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Pressione al suolo e geopotenziale 500hPa previsto dal modello inglese UKMO.
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L’IMPRONTA DELL’IRRUZIONE DI ARIA FREDDA A SCALA EUROPEA

Scritto da Andrea Corigliano Domenica 02 Aprile 2023 00:00

L’IMPRONTA DELL’IRRUZIONE DI ARIA FREDDA A SCALA EUROPEA

L'impronta dell'irruzione articaQueste due figure ci illustrano quanto sarà profonda l’impronta che lascerà lungo i meridiani europei passanti per l’Italia l’irruzione di aria artica che da lunedì raggiungerà anche le nostre regioni, a partire dal versante adriatico. Per estensione e per intensità, entro la prima metà della prossima settimana andremo incontro ad una massiccia colata di aria fredda che, come detto, avrà tutti i connotati per essere classificata di «stampo invernale», nonostante il periodo: avere infatti nella prima decade di aprile isoterme a circa 1500 metri (850 hPa) caratterizzate da valori per lo più compresi tra -5 e -10 °C tra l'Europa centrale, i Balcani e la penisola italiana (specie versante adriatico) significa essere di fronte ad un’irruzione che può capitare anche in gennaio e febbraio.

In altre parole, potremmo cambiare la data alla cartina e tornare indietro di due mesi perché i valori di quelle isoterme sono compatibili con una dinamica tipicamente invernale. Adesso a far la differenza sono le ore di soleggiamento che sono aumentate e la radiazione solare che è più intensa rispetto a dicembre o gennaio: sono questi i due fattori che sostanzialmente ci aiuteranno a non raggiungere di giorno temperature estremamente basse in senso assoluto; in senso relativo invece lo scarto rispetto alla climatologia del periodo si farà sentire.

Anche se rispetto all’inverno si sono accorciate le ore notturne, abbiamo da poco superato l’equinozio e quindi nel bilancio termico giornaliero risulta ancora importante di notte la perdita di calore verso lo spazio. A tal proposito, è significativa la stima dell’estensione areale europea in cui, proprio a seguito di questa irruzione, si avranno probabilità medio-alte di registrare temperature minime inferiori a 0 °C da metà della prossima settimana.

Per quanto riguarda l’Italia, entreremo meglio in questi dettagli nei prossimi aggiornamenti perché la probabilità più o meno elevata di avere temperature minime sottozero dipenderà dallo stato del cielo e dalla ventilazione.




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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera

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