LA MODELLISTICA NUMERICA STA ATTRAVERSANDO UNA FASE MOLTO INSTABILE NEL CALCOLO DELLE SOLUZIONI A LUNGO TERMINE: ECCO PERCHÉ
LA MODELLISTICA NUMERICA STA ATTRAVERSANDO UNA FASE MOLTO INSTABILE NEL CALCOLO DELLE SOLUZIONI A LUNGO TERMINE: ECCO PERCHÉ
In questo articolo desidero portare alla vostra conoscenza un comportamento abbastanza curioso che stanno avendo le previsioni di ensemble a lungo termine. Abbiamo imparato che dalla convergenza o meno degli scenari che compongono il sistema probabilistico dipende o meno l’affidabilità della previsione perché man mano che si dilata l’orizzonte temporale aumenta di pari passo l’incertezza e quindi una linea di tendenza diventa sempre più inaffidabile.
Di solito il passaggio da una finestra temporale in cui la predicibilità è molto buona ad una in cui la stessa predicibilità diventa scarsa avviene con una certa gradualità e non in un batter d’occhio, come se si dovesse schiacciare un interruttore per spegnere o accendere una lampadina. Invece, questa volta, da una sommaria analisi che prende per esempio in considerazione le previsioni di ensemble del campo di temperatura a 850 hPa (cioè a 1500 metri di quota in atmosfera standard) che sono state elaborate nelle ultime quattro corse del modello GFS sulla verticale di Verona (figura 1), emerge un cambiamento piuttosto netto tra il prima e il dopo quella linea bianca verticale che alla data di venerdì 12 febbraio segna il confine tra una buona e una scadente affidabilità previsionale.
Il brusco passaggio si è apprezzato, in modo particolare, nelle corse del 4 febbraio delle ore 12 UTC e delle ore 18Z e nell’ultima corsa disponile al momento della scrittura di questo articolo (5 febbraio) alle ore 06 UTC. Questo comportamento sta a indicare che la modellistica numerica, indagando sulle evoluzioni che vanno ripetutamente a comporre una rosa di scenari possibili e sempre aggiornata dopo il 12 febbraio, sta al momento attraversando una fase particolarmente instabile che si manifesta proprio nell’ampia divergenza delle soluzioni proposte che subentra rapidamente dopo una fase di buona predicibilità. Il motivo di questo comportamento è da ricercare nella distribuzione piuttosto estrema del campo di temperatura a 850 hPa che caratterizzerà molto probabilmente l’Europa nel corso della prossima settimana.
Guardando per esempio la situazione termica media prevista proprio per il 12 febbraio (figura 2), cioè nell’ultimo giorno in cui a oggi l’affidabilità del quadro sinottico può essere ritenuta buona, si può notare come il nostro continente sarà attraversato da condizioni che spazieranno dalla mitezza del Mediterraneo al gelo intenso ed estremo atteso tra la penisola scandinava e la Russia. In particolare, la vicinanza delle isoterme e la stretta fascia “fredda” che separa la mitezza dalle condizioni di gelo, sono certamente una condizione che favorisce un rapido cambiamento di scenario perché in questa particolare circostanza sono sufficienti anche modeste oscillazioni del flusso atmosferico portante per passare da una situazione di mitezza a una di gelo. Quelle previsioni di ensemble ci dicono proprio questo: che ad oggi è veramente sottile il confine tra due circolazioni anche diametralmente opposte, in cui da una parte c’è ancora una primavera anticipata e dall’altra l’inverno che fa sul serio.
Mai come in questa evoluzione sarà interessante capire come andrà a finire. In attesa di vedere quando e come si stabilizzeranno le soluzioni, domani analizzeremo per sommi capi l’evoluzione prevista fino ai primi giorni della prossima settimana, iniziando dal passaggio della perturbazione attesa per domenica.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera