L’INVERNO ARRANCA SU QUASI TUTTO L’EMISFERO NORD: CONSEGUENZA DELLA FASE MARCATAMENTE POSITIVA DELL’OSCILLAZIONE ARTICA
L’INVERNO ARRANCA SU QUASI TUTTO L’EMISFERO NORD: CONSEGUENZA DELLA FASE MARCATAMENTE POSITIVA DELL’OSCILLAZIONE ARTICA
Guardando la circolazione dell’atmosfera su scala emisferica emerge che dalla fine di dicembre siamo entrati in una fase caratterizzata da una netta intensificazione delle correnti zonali alle alte latitudini a causa di un ricompattamento del Vortice Polare, cioè di quel serbatoio di aria gelida che come se fosse una trottola sta ora ruotando velocemente mantenendosi grosso modo entro le latitudini artiche. Possiamo quantificare l’intensità di questa fase grazie all’Oscillazione Artica (AO), un indice che nel caso assuma valori positivi proprio come in questo caso (nei prossimi giorni verrà per esempio raggiunto il picco con un valore intorno a +4), indica che in prossimità del Polo Nord il campo di pressione al livello del mare è mediamente inferiore ai valori medi stagionali proprio per il ricompattamento del Vortice; mentre alle latitudini medio-basse, specie tra la costa orientale degli Stati Uniti e l’Europa centro-occidentale, si attendono valori di pressione superiori alla norma che evidenziano la presenza di strutture anticicloniche più robuste e ingombranti del solito. In estrema sintesi, stiamo vivendo una fase positiva dell’Oscillazione Artica secondo cui la circolazione atmosferica sul nostro emisfero è e sarà impostata dall’interazione tra una circolazione depressionaria polare e una anticiclonica subtropicale entrambe più intense rispetto alla norma.
Per quanto abbiamo appena detto diventa così possibile, a seguito di una netta accelerazione del flusso zonale dovuta all’intensificazione del gradiente barico nord-sud, l’ingresso sulle terre emerse del continente americano e di quello euro-asiatico di masse d’aria temperate di matrice oceanica che apportano temperature nettamente superiori alle medie climatologiche del periodo. Per quanto l’aria mite tenda a raffreddarsi man mano che scorre sulla terraferma sempre più interna, diventa comunque sempre più pesante l’impronta lasciata dal flusso temperato man mano che si addentra su quelle aree, come la Siberia, note per diventare nella stagione invernale autentiche ghiacciaie naturali. Ecco che allora, proprio a causa di questa dinamica, nei prossimi cinque giorni – e probabilmente anche nei successivi – saranno davvero poche le regioni che vivranno condizioni atmosferiche prettamente invernali sul nostro emisfero perché su quasi tutte le terre emerse le anomalie positive di temperatura raggiungeranno molto probabilmente valori anche aberranti, con picchi mediati su 5 giorni compresi addirittura tra 10 e 20 °C tra l’Europa e l’Asia: su queste aree registrare temperature al suolo comprese tra -5 e -10 °C significa, infatti, essere tra i 10 e i 20 °C sopra la media climatologica. Erano altri tempi quando Mosca registrava temperature minime di -25/-30 °C…
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera