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Quota Neve: una previsione delicata e difficile

Quota Neve: una previsione delicata e difficile

Neve: la dama bianca che trasforma il paesaggioSi fa presto a dire neve. Già la pioggia è un evento difficile da prevedere, ma con la dama bianca la previsione meteo si fa ancora più complicata, dato che oltre a prevedere se ci sarà o no precipitazione, occorre anche stimarne la natura, se sarà solida o no e di che tipo! Abbiamo già raccontato in questo articolo come innanzitutto nasce un fiocco di neve. Ora cerchiamo di seguirne la sua possibile storia prima di giungere a terra (o no!).

Ricordiamo per prima cosa che non solo i cristalli di ghiaccio (gli embrioni dei futuri fiocchi di neve) ma anche la precipitazione nevosa stessa viene anch'essa classificata:
- cristalli di neve (ice crystals, singoli cristalli che raggiungono il suolo, codice IC78);
- gragnola (snow pellets o graupel, palline opache a bassa densità, codice SP87. Piccole gocce sopraffuse ghiacciano sui cristalli incorporando aria, per questo rimangono morbidi e opachi. Succede spesso nelle nubi convettive, per questo la gragnola è possibile anche nella stagione primaverile e in estate specie in montagna, come del resto la grandine);
- neve tonda (ice pellets, codice IP75, quando la neve si scioglie in tutto o in parte attraversando uno strato d'aria a temperatura positiva, per poi congelare di nuovo trovando un altro strato sottozero);
- nevischio o acquaneve o pioggia mista a neve (sleet, senza codice. In questo caso solo alcuni fiocchi si sono sciolti in tutto o in parte prima di arrivare al suolo. Con nevischio a volte viene indicata la light snow, codice S70, una nevicata molto debole composta da fiocchi molto piccoli);
- snow grain (codice SG 77, grani di ghiaccio molto piccoli, bianchi e opachi. In questo caso pioggia o nevischio che congela attraversando uno strato sottozero, situazione simile a quella che genera la cosiddetta pioggia congelantesi (freezing rain) estremamente pericolosa, anche se quest'ultima in genere è pioggia che gela non appena tocca suolo, alberi, cavi, case, eccetera...)

Concentriamoci sulla neve "vera e propria", quella che cade a fiocchi, soffici, imbiancando tutto. Come detto, il fiocco deve aver raggiunto un peso sufficiente da poter vincere la spinta dei venti ascensionali e abbandonare la nube. E qui inizia il bello (o il brutto...) perché il viaggio che devono affrontare è spesso pieno di insidie e se essi raggiungeranno il suolo dipende da molte variabili, essenzialmente profilo termo-igrometrico e dimensione/peso dei fiocchi stessi, ma andiamo con ordine.

Altezza dello zero termico e profilo termico verticale

Lo zero termico è definito come la quota al di sotto della quale la temperatura passa da negativa a positiva. E' chiaro che se lo strato d'aria compreso tra nube e suolo è tutto sottozero (zero termico al suolo o virtualmente ancora più "sotto") la neve cadrà praticamente intatta fino a toccare terra (a parte una certa evaporazione (sublimazione)). Se così non è, i fiocchi saranno costretti ad attraversare uno o più spessori d'aria a temperatura positiva e cominceranno a sciogliersi. Tipicamente se lo zero termico dista dal suolo meno di 500 metri la neve è abbastanza probabile, ma non è detto. Perché a parità di spessore "caldo", bisogna vedere poi quanto caldo è, oltre agli altri fattori che spieghiamo in questo articolo. Non è raro avere un gradiente termico verticale molto accentuato, tale per cui ad esempio pur avendo -5°C a 850hPa (quindi sui 1400 m), si hanno poi 4/5°C positivi al livello del mare. Quindi più che l'altezza dello zero termico in sé è importante vedere l'andamento di tutto il profilo. Alcuni esempi:

- se lo strato tra zero termico e suolo è più di 1000 metri, i fiocchi devono percorrere una strada troppo lunga a temperatura positiva e anche se tale temperatura fosse in media di un solo grado, non ce la farebbero a giungere a terra sani e salvi. Molta pioggia giunge come tale proprio in questa situazione;
- se lo strato è < 700 m e la sua T media è < 1 o 2°C, la neve è molto probabile che "resista";
- se lo strato è 800/900 m e la sua T media è sui 0.5/1°C la neve è molto probabile;
- se lo strato è 600/700 m e la sua T media è 3/4°C, quasi sicuramente si avrà pioggia.

Ma questi sono solo alcuni esempi, perché le combinazioni sono molteplici. Inoltre può capitare di avere a che fare con uno strato a temperatura positiva che poi, scendendo, torna negativa (inversione termica). In questo caso se i fiocchi non si sono completamente sciolti possono poi resistere per ciò che ne rimane e mantenersi così fino al suolo.

Profilo igrometrico verticale

Anche l'umidità dell'aria ha un ruolo importante, sia a favore che contro a seconda se siamo a temperatura negativa o no. Infatti, se l'aria attraversata dal fiocco è molto secca (umidità relativa < 40%) e < 0°C, allora i fiocchi tendono ad evaporare (sublimare) rapidamente. Se però la temperatura è positiva, allora l'effetto dell'evaporazione è quello di raffreddare il fiocco, che quindi può tendere a resistere maggiormente, oltre a raffreddare l'intera colonna d'aria che attraversa (effetto accentuato nelle vallate, dove la massa d'aria da riscaldare è più o meno ridotta a seconda della conformazione della stessa). E' uno dei motivi per cui spesso, in situazioni limite e senza ulteriori avvezioni fredde, la precipitazione inizia come pioggia, poi passa a pioggia mista a neve e poi a sola neve, mano a mano che l'aria si raffredda per effetto dell'evaporazione della precipitazione stessa, guadagnando metri verso il basso. Se volete qui c'è un approfondimento sul rapporto tra temperatura, umidità e "resistenza" dei fiocchi di neve.

Dimensione, peso dei fiocchi di neve, intensità della precipitazione

E' chiaro che tutto ciò che abbiamo detto si modifica anche in base a come sono fatti i fiocchi. Se sono grandi e densi tenderanno a resistere maggiormente. E probabilmente in questo caso è anche più intensa la precipitazione (e viceversa) il che significa anche che i fiocchi potrebbero avere una velocità di caduta maggiore e attraversare lo strato caldo più velocemente.

Tutto questo è solo la punta dell'iceberg (tanto per restare in tema.. ghiacciato). Ma basta e avanza per capire come sia complessa la storia di un fiocco di neve, dalla sua formazione fino ad imbiancare il suolo. Come prevederla allora? Nel tempo sono stati messi a punto vari metodi empirici e pratici per prevedere la neve e che potete studiare cliccando qui, metodi comunque approssimati, basati su dati strumentali e previsioni modellistiche (anch'essi non esenti da approssimazioni ed errori).



Per approfondimenti ulteriori consigliamo la neve. Cos'è e come si prevede:

Dettagli prodotto

Copertina flessibile: 232 pagine

Editore: Alpha Test (6 ottobre 2009)

Collana: MeteoLingua: Italiano

ISBN-10: 8848311989ISBN-13: 978-8848311984

Peso di spedizione: 458 g Buona lettura!




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