IL MEDITERRANEO RIBOLLE DI TEMPORALI: È IL SEGNALE CHE C’È ANCORA TANTA ENERGIA DA DISSIPARE
IL MEDITERRANEO RIBOLLE DI TEMPORALI: È IL SEGNALE CHE C’È ANCORA TANTA ENERGIA DA DISSIPARE
In questa settimana abbiamo parlato soprattutto dell’alluvione che ha colpito la Spagna. Mi rendo conto di aver trascurato le condizioni meteorologiche di casa nostra e in questo articolo vorrei semplicemente fornirvi una spiegazione un po’ più dettagliata di quello che è successo e sta succedendo, dal momento che da venerdì a oggi il bacino del Mediterraneo è stato e continua a essere teatro di frequenti situazioni temporalesche, con circa 235.000 fulmini caduti per tutto il periodo fino alle ore 18:30 di questo tardo pomeriggio (fig. 1).
Il fenomeno ha interessato soprattutto vaste aree in mare aperto e ha esteso la propria influenza solo a tratti di costa soprattutto delle due Isole Maggiori, dove localmente abbiamo ancora avuto precipitazioni intense, anche a carattere estremo, come per esempio è accaduto sulla costa orientale della Sicilia.
In effetti, il Mar Tirreno e i mari intorno alle due Isole Maggiori si trovano ai margini del campo anticiclonico che in questi ultimi giorni si è presentato più robusto a nord dell’arco alpino: alle nostre latitudini, la struttura di alta pressione ha invece mostrato delle debolezze in quota che hanno favorito condizioni di modesta instabilità atmosferica. L’aria è stata così incentivata a salire verso l'alto e a invorticarsi anche con il contributo di una modesta convergenza dei flussi, guidata da una circolazione ciclonica molto blanda presente al livello del mare (fig. 2, nel riquadro).
La prevalente formazione dei temporali al di sopra della superficie marina è dipeso dal fatto che i temporali, per formarsi, hanno bisogno di calore. In questo periodo dell’anno l’energia necessaria non può essere fornita dai suoli riscaldati come avviene solitamente d’estate perché la radiazione solare non ha più la forza di riscaldare il terreno per dare vita al ciclo diurno del fenomeno. Nella stagione fredda diventa così il mare a fornire l’alimentazione perché risulta ancora più caldo rispetto alla terraferma. In questi giorni di inizio novembre, tra l’altro, la superficie del nostro bacino si trova ancora con temperature tra i 2 e i 3.5 °C superiori alla media trentennale calcolata sul periodo 1982-2011 (fig. 2).
In parole povere, questa situazione testimonia che c’è ancora tanta energia da dissipare e le numerose fulminazioni che abbiamo e che stiamo registrando ne sono proprio la dimostrazione.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera