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Il Generale Andrea Baroni e la sua attività di Meteorologo

Andrea Baroni

Il bagaglio personale di Andrea Baroni è ricchissimo. Inizia nel 1939 per proseguire tuttora. Una carriera davvero importante che ha dato al Generale soddisfazioni e popolarità.


Con un già notevole bagaglio di anni d’esperienza, accumulato all’interno del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare, Andrea Baroni si affacciò nel mondo della carta stampata e della televisione. Dall'ottobre 1958 al luglio 1976 data la sua ottima conoscenza dell'inglese e del francese fu assegnato come segretario all'Ufficio della Rivista di Meteorologia Aeronautica. Interruppe temporaneamente tale mansione per adempiere l'esperienza di direttore dell'Ufficio meteorologico di regione, alla dipendenza della Direzione delle Telecomunicazioni del Comando della II Regione Aerea.

Questo incarico durò un solo anno, al termine del quale, promosso colonnello, tornò alla sede centrale del Servizio e assunse la carica di Direttore dell'Ufficio della Rivista di Meteorologia Aeronautica e nel contempo quella di Segretario della medesima. Nel 1973 su invito del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare, dovette preparare una sintetica "scaletta" per la realizzazione di un film sull'impiego dei palloni per radiosonde meteorologiche. Il film, dal titolo "Io vagabondo", abbellito superbamente dal linguaggio poetico di Folco Quilici, dalla sua regia e dalle sue stesse riprese in volo, faceva raccontare al pallone, con la stupenda voce di un attore che non compariva, le avventure del "pallone " e della sua amica "radiosonda " nel volo sui cieli di tutta Italia. Risultò un film fascinoso, delicato come una favola che riscosse un vero successo.

Sempre su invito del Servizio Meteorologico dell’A.M., dovette occuparsi subito dopo della realizzazione di un altro film sulle varie attività del Servizio Meteorologico. In questo caso la intera struttura cinematografica era interamente RAI, per la regia di Giulio Macchi, direttore della rubrica televisiva "Orizzonti Giovani". In questo film, di chiara propaganda aeronautica, Baroni in uniforme da Colonnello illustrava le varie installazioni del Servizio Meteorologico dell’A.M. ad un gruppo di giovani studenti di un quinto anno di Istituto Tecnico Industriale di Napoli, risultati vincitori di un tema sull'ambiente. La visita si chiuse con un ritorno a Napoli, insieme a tutti loro su un aereo dello Stato Maggiore Aeronautico.

Il film, proiettato in prima visione assoluta alla presenza delle varie autorità aeronautiche e della dirigenza RAI nella Sala grande del Palazzo della Direzione Generale della RAI, riscosse un grande successo, al punto che il Direttore Generale della RAI, Biagio Agnes chiese al Servizio Meteorologico dell’A.M di richiedere la presenza di Baroni in RAI, per condurre insieme al collega Bernacca la già famosissima rubrica "Che tempo fa". Fu cosi che il futuro Generale Baroni si trovò dall'oggi al domani in un altro mondo e il 7 agosto del 1973 fece la sua prima presenza a "Che tempo fa" . Al termine della sua presentazione Arrigo Levi, presente per motivi suoi in studio, ascoltò entusiasta e chiese a Baroni di collaborare con il suo giornale, “La Stampa”, di cui egli era a quel tempo direttore. La collaborazione durò dieci anni. Dopodiché fu richiesto da Eugenio Scalfari con un ingaggio di tutto rispetto per collaborare con "la Repubblica". La collaborazione con il giornale durò altri dieci anni (1983-1993), mentre continuava con successo a condurre la trasmissione RAI “Che tempo fa” assieme al collega Caroselli.


Il 31 dicembre del 1993 dopo venti anni e tre mesi di queste molteplici attività, decise di mettere fine ad esse e, come si suol dire, si ritirò a vita privata. Il Generale Andrea Baroni però non ha mai smesso di occuparsi di meteorologia, aggiornandosi continuamente, con la consultazione di riviste specializzate e scoprendo la grande potenzialità della rete Internet per attingere a molteplici informazioni. Baroni sostiene che il successo della sua lunga e proficua carriera sia dipeso in primo luogo dai 18 anni trascorsi nella Rivista di Meteorologia Aeronautica, che ha svolto la funzione di "palestra" intellettuale unica nel suo genere che gli ha permesso di presentarsi al pubblico televisivo e alla stampa con un curriculum e un'esperienza scientifica di tutto rispetto.

 

Il successo in RAI è anche frutto della sua volontà di suscitare nel grande pubblico televisivo l'emozione per una scienza quasi sconosciuta che andava però "raccontata" come l’arte di prevedere il tempo. Le sue doti umane, la sua grande umiltà e generosità hanno fatto il resto. Andrea Baroni ha dato un grandissimo contributo alla meteorologia ed è tuttora un punto di riferimento per chi fa questo mestiere e per le future generazioni di meteorologi.

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