L'INSTABILITÀ DELL’ATMOSFERA TRA MODELLI, REALTÀ E APP METEO
L'INSTABILITÀ DELL’ATMOSFERA TRA MODELLI, REALTÀ E APP METEO
In figura possiamo osservare una possibile distribuzione delle precipitazioni valida per la giornata di mercoledì 7 maggio, relativamente alla fascia oraria che comprende il mattino e il pomeriggio. Le macchie che presentano variazioni cromatiche variabili dall’arancione al rosso indicano precipitazioni abbondanti che, come da legenda, fanno riferimento a cumulate complessive su dodici ore comprese tra 30 e 60 millimetri, equivalenti ad altrettanti litri di acqua per metro quadrato.
È questa una previsione meteorologica? Possiamo davvero ritenere che quelle macchie colorate di arancione e di rosso possano essere prese - così come disegnate - per redigere un bollettino in cui scrivere per esempio sulla formazione di un forte temporale, magari localizzato proprio nell’area in cui compaiono queste macchie? La risposta alle due domande è no perché quelle macchie vanno passate al setaccio dell’analisi critica.
Questa mappa illustra solo una simulazione da modello di quello che potrebbe succedere tra la mattina e il pomeriggio di domani circa la localizzazione e la cumulata delle precipitazioni e, in quanto tale non va presa alla… macchia, perché una simulazione non è e non sarà mai coincidente con la realtà e quindi con le condizioni meteorologiche che osserveremo. Ci potremo avvicinare, ma non avremo mai una copia perfetta come se simulazione e realtà fossero due chiavi duplicate.
Tra l’altro, sono proprio le condizioni di instabilità dell’atmosfera a sottolineare e talvolta a esaltare le incongruenze tra il calcolo delle elaborazioni modellistiche e il tempo reale osservato perché da queste condizioni dello stato della troposfera si sviluppano soprattutto i temporali che sono, per loro natura, localizzati nello spazio proprio come la simulazione stessa lascia certamente ben intendere, ma non esattamente nel modo in cui lascia intendere.
Non essendo la simulazione coincidente con la realtà – soprattutto nel momento in cui il modello deve schematizzare e rappresentare la formazione e l’evoluzione di un temporale perché più il fenomeno è intenso e localizzato e più è circondato da un alone di incertezza che riguarda essenzialmente i tempi e i modi della sua formazione e del suo sviluppo – ecco allora che il filtro dell’analisi critica ci aiuta a estrapolare da mappe come questa solo l’informazione che diventa utile per confezionare una previsione scientificamente valida. E quale sarebbe? La probabilità di avere precipitazioni generalmente diffuse, distribuite tra la mattina e il pomeriggio, localmente anche intense con possibili nubifragi e grandinate perché legate anche alla probabile formazione di temporali.
L'avverbio «localmente» utilizzato sopra non indica proprio la posizione della macchia colorata di arancione e di rosso perché nella realtà potrebbe anche succedere che quel temporale forte non si formi esattamente dove viene indicato dalla simulazione. Allo stesso modo, dove nelle vicinanze il modello non aveva simulato nulla non è detto che il fenomeno non si formi, oppure qui evolva dalle aree limitrofe. Possiamo allora capire come la previsione del tempo in questo tipo condizioni meteorologiche diventi difficile e poco credibile nel momento in cui si pretende di scendere in dettagli sempre più spinti. Ci sono situazioni in cui le app meteo fanno un po’… cilecca: la situazione attesa nei prossimi giorni avrà modo di dimostrarlo come sempre.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Per le classiche previsioni del tempo, vai al meteo per oggi, domani, oppure al METEO SETTIMANALE » Lunedì, Martedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato, Domenica.
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera