LE MOTIVAZIONI DELL’INTENSA FASE TEMPORALESCA IN TRANSITO TRA VENERDÌ E SABATO AL CENTRO-NORD
LE MOTIVAZIONI DELL’INTENSA FASE TEMPORALESCA IN TRANSITO TRA VENERDÌ E SABATO AL CENTRO-NORD
Prima di dettagliare la previsione della fenomenologia prevista soprattutto le nostre regioni centro-settentrionali tra venerdì 30 giugno e sabato 1 luglio, desidero fornire le motivazioni per cui dovremo aspettarci un passaggio temporalesco piuttosto organizzato che, evolvendo da ovest verso est, sarà capace di produrre precipitazioni anche forti, localmente a carattere di nubifragio e accompagnate da grandinate, su una buona parte delle nostre regioni centro-settentrionali. Come abbiamo già detto nella precedente analisi, nelle 48 ore a cavallo tra giugno e luglio la nostra penisola sarà attraversata da una saccatura di origine nord atlantica, cioè di un cavo d’onda che si trova attualmente ad ovest delle Isole Britanniche e che sta scivolando lungo il fianco destro dell’Anticiclone delle Azzorre per raggiungere la Francia nella notte su venerdì.
Si tratta di una saccatura di modesta entità, ma piuttosto insidiosa perché è paragonabile a una U stretta che assomiglia quasi a una V. Ce ne possiamo rendere conto osservando per esempio la disposizione del flusso in quota, a circa 5500 metri (figura a sinistra) che va cambiando rapidamente direzione e verso proprio a cavallo dell’asse della saccatura stessa (linea bianca tratteggiata): in un volume limitato della colonna atmosferica, ecco infatti la ventilazione passare da una componente di moto da NNW a SSE (freccia nera) a una componente da SSW e NNE (freccia rossa).
In pratica, è come se il pacchetto d’aria che si muove a una velocità abbastanza sostenuta seguendo prima la freccia nera fosse un’automobile che si trova improvvisamente a sterzare per affrontare una curva molto stretta e poi muoversi seguendo la freccia rossa. A causa di questa dinamica improvvisa è facile immaginare come l’automobile possa finire in un spericolato testa-coda che la obbligherebbe così a ruotare su sé stessa.
Ecco, anche il nostro pacchetto d’aria si comporterà alla stessa maniera e quindi finirà per ruotare su sé stesso a tutte le quote, perché il comportamento che qui osserviamo a 500 hPa - cioè a 5500 metri e simile anche sugli altri piani isobarici della media e alta troposfera: in gergo tecnico, diciamo quindi che la massa d’aria acquista «vorticità ciclonica» (figura a destra).
Facendo sempre uso di metafore, la vorticità ciclonica è come prendere un cacciavite per svitare una vite che spunta con la testa da un pezzo di legno. La vorticità ciclonica è quindi il cacciavite per svitare l’aria, cioè per farla salire di quota e quindi per rendere l’atmosfera instabile. In questo caso, l’instabilità sarà marcata proprio per la caratteristica di questa saccatura che abbiamo visto essere piuttosto stretta e quindi capace di fornire un elevato indice di vorticosità alla massa d’aria per risucchiarla verso l'alto. Come si può allora ben comprendere, sono questi i presupposti per costruire fenomeni temporaleschi che non si presenteranno in forma isolata, ma piuttosto diffusa a causa delle condizioni ambientali particolarmente favorevoli. Il passaggio instabile potrebbe quindi rivelarsi significativo per il periodo.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera