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VARIABILITÀ E PROBABILI NUOVE PERTURBAZIONI: SECONDA DECADE DI GENNAIO SCANDITA DALLE CORRENTI TRA OVEST E NORD-OVEST

Scritto da Andrea Corigliano Martedì 10 Gennaio 2023 17:00

VARIABILITÀ E PROBABILI NUOVE PERTURBAZIONI: SECONDA DECADE DI GENNAIO SCANDITA DALLE CORRENTI TRA OVEST E NORD-OVEST

Evoluzione meteo attesa per i prossimi 7 giorniGli strascichi della perturbazione giunta l’altro ieri sull’Italia stanno interessando le nostre estreme regioni meridionali dove si attardano gli ultimi fenomeni. Altrove le ampie schiarite, unite a una ventilazione nord-occidentale che assume una componente favonica al Nord-Ovest, regalano un cielo azzurro e limpido e temperature che rimangono al di sopra delle medie climatologiche del periodo, anche in maniera sensibile in Pianura Padana: poco importa se c’è lo zampino della compressione adiabatica nel contribuire a far salire la colonnina di mercurio perché avere temperature di 14-15 °C in Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna nel primo pomeriggio di un 10 gennaio significa essere di 8-10 °C oltre le media climatologiche della prima decade di questo mese: siamo di fronte a un dato che, indirettamente, attesta quindi come l’aria sopraggiunta al seguito di questa perturbazione non sia poi così tanto fredda.

Nel corso dei prossimi giorni, questo flusso che si è impostato a scala sinottica non varierà sostanzialmente moto di provenienza. Oscillando tra ovest e nord-ovest, continuerà a sottoporre le nostre latitudini alla circolazione atlantica e quindi alle vicissitudini dell’Anticiclone delle Azzorre e del Ciclone d’Islanda che, come due ingranaggi, lavoreranno in sinergia per impostare sulle nostre regioni un tipo di tempo di stampo zonale.

Quando si parla in questi termini, si intende un tipo di tempo che viene regolato dalla variabilità e quindi da condizioni meteorologiche vivaci. In questo nuovo solco segnato dalla dinamica atmosferica, nel corso dei prossimi 6-7 giorni bisognerà considerare il passaggio di due nuovi impulsi. Il primo, piuttosto debole, transiterà tra domani (mercoledì 11) e dopodomani (giovedì 12) e sarà legato all'evoluzione di una debole ondulazione in quota (fig. 1, a sinistra). La perturbazione associata, impattando sull’arco alpino, si spezzerà in due parti: la parte più intensa e organizzata sfilerà sull’Europa avvitandosi attorno a un profondo minimo di 972 hPa centrato sul Mare del Nord, mentre la parte più debole cercherà di strutturarsi al meglio sul Mar Tirreno per poi spostarsi sul settore ionico, accompagnandosi a una debole circolazione ciclonica di 1010-1012 hPa circa (si veda il riquadro fig. 1, a sinistra).



Ben più complessa e dagli sviluppi più ampi sulla scala spazio-temporale dovrebbe essere invece l’evoluzione del secondo impulso previsto dall’inizio della prossima settimana perché, stando al disegno calcolato in chiave probabilistica, sembra che sia accompagnato da una saccatura che potrebbe approfittare di un parziale ritiro dall’Europa occidentale dell’Anticiclone delle Azzorre per ritagliarsi più spazio per organizzare la fenomenologia (fig. 1, a destra). Questa dinamica sarebbe favorevole anche a un maggior contributo di aria fredda, di origine polare marittima, che almeno in una prima fase sarebbe diretta verso le Alpi e il settore occidentale europeo e che quindi esporrebbe la nostra penisola al richiamo di aria mite dai quadranti meridionali, capace di trasportare quella vorticità ciclonica da cui dipende la costruzione di nubi e di precipitazioni.

Vista la distanza temporale, sussistono ancora delle incertezze sulla posizione della curvatura ciclonica in quota, da cui dipenderà la formazione e la posizione del minimo depressionario al suolo e la localizzazione delle idrometeore. L’impostazione abbastanza occidentale della conca di bassa pressione, come appare ad oggi nello scenario medio, lascia però ancora aperta le ipotesi che possa trattarsi di un passaggio perturbato completo, cioè in grado di interessare anche il Nord-Ovest che proprio dal flusso nord-occidentale viene penalizzato per quanto riguarda le precipitazioni. Se l’evoluzione verrà confermata, potremmo quindi andare incontro a un nuovo peggioramento strutturato, con piogge in pianura e nevicate in montagna a quote inferiori rispetto a quanto abbiamo visto durante il passaggio dell’ultima perturbazione.

Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!

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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera

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