UN MESE CON IL PROMONTORIO NORD AFRICANO: DOPO MAGGIO, ORA ANCHE GIUGNO PUNTA A SALIRE SUL PODIO
UN MESE CON IL PROMONTORIO NORD AFRICANO: DOPO MAGGIO, ORA ANCHE GIUGNO PUNTA A SALIRE SUL PODIO
Anche se l’estate astronomica deve ancora cominciare, è da oltre un mese che lo stato del tempo ha assunto caratteristiche prettamente estive a causa della persistenza di una circolazione anticiclonica che trova alimentazione nei flussi molto caldi provenienti dall’entroterra sahariano. L’analisi del campo di geopotenziale a 500 hPa, mediato sul periodo 16 maggio – 15 giugno (fig. 1, a sinistra), individua infatti molto bene la forma del promontorio subtropicale che negli ultimi trenta giorni circa ha prevalentemente dominato la scena su tutto il Mediterraneo centro-occidentale e sui paesi che vi si affacciano, andando a costruire su questa vasta area una «bolla» di anomalia positiva del medesimo campo, particolarmente intensa (fig. 1, a destra), che ha portato proprio la superficie isobarica di 500 hPa ad alzarsi di quota in media di 60-80 metri tra la Francia, la penisola iberica e le nostre regioni centro-settentrionali.
Abbiamo visto come la persistenza di questo segnale abbia condizionato la maggior parte del mese di maggio sull’Europa occidentale e sull’Italia, a tal punto da spingere sul podio l’ultimo mese della primavera meteorologica: in Francia come il più caldo dal 1947 e in Italia come il secondo più caldo dal 1800. Senza subire significative variazioni, questo segnale sta condizionando in modo analogo anche giugno tanto che, restringendo la parentesi temporale alle sue prime due settimane, risulta evidente come la circolazione dominante a 850 hPa (fig. 2, a sinistra) si sia impostata seguendo un moto orario – e quindi anticiclonico – che ha esposto il settore occidentale europeo a un frequente richiamo di aria molto calda in risalita dall’entroterra algerino.
Questa dinamica atmosferica ha così mantenuto quel rigonfiamento delle superfici isobariche che possiamo osservare anche in termini di anomalia della temperatura sempre sul piano di 850 hPa (fig. 2, a destra): a circa 1500 metri il campo termico tra il 1° e il 15 giugno è risultato in media più caldo del normale di oltre 3 °C rispetto al clima 1981-2010 tra la Francia meridionale, l’Italia, la penisola iberica e l’entroterra nord africano, con picchi fino a 5-6 °C in più tra la Sardegna e le Isole Baleari. Stabilità atmosferica, radiazione solare poco disturbata e mare in prevalenza calmo hanno avuto così effetti anche sulla temperatura superficiale del Mediterraneo che, attualmente, si trova quasi ovunque in anomalia termica positiva di oltre 2 °C (fig. 3, a sinistra) con scarti maggiori che, per quanto riguarda l’Italia, interessano il Mar Ligure e il Tirreno settentrionale dove le acque dello strato superficiale sono più calde della norma di ben 4-5 °C.
Come si può intuire, avere acque marine più calde condiziona nell’immediato anche la temperatura dell’aria delle zone costiere, dove le brezze perdono gran parte del loro potere mitigante perché si indeboliscono e trasportano verso la terraferma una massa d’aria che si trova a contatto con una superficie marina che è già calda. Tenendo poi conto che ancora per una settimana saremo interessati da temperature superiori alla media (fig. 3, a destra) a causa una nuova spinta del promontorio subtropicale destinata questa volta soprattutto all’Italia, possiamo dire che la persistenza di una situazione meteo-marina particolarmente anomala possa ormai condizionare pesantemente anche questo primo mese dell’estate meteorologica tanto da farlo diventare, come maggio, uno tra i più caldi che si siano mai registrati dal 1800 e con il rischio che possa persino insidiare il famigerato giugno del 2003.
Guardando infatti la serie storica degli scarti di temperatura mensile (rispetto al clima 1991-2020) elaborata dall’ISAC-CNR di Bologna (fig. 4) e considerando la forza del segnale anomalo attuale e previsto per i prossimi 6-7 giorni, si può ritenere credibile che il mese in corso possa togliere lo scettro a uno dei quattro mesi di giugno attualmente più caldi dal 1800 (cioè il 2003, il 2019, il 2017 e il 2021) o contribuire a far cadere negli ultimi sei anni quattro dei futuri cinque mesi di giugno più caldi di sempre nel caso in cui il record del 2003 non venga battuto.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera