LE CONSEGUENZE DELL’ASSENZA DELL’ANTICICLONE DELLE AZZORRE: DAL CALDO INTENSO AI TEMPORALI VIOLENTI
LE CONSEGUENZE DELL’ASSENZA DELL’ANTICICLONE DELLE AZZORRE: DAL CALDO INTENSO AI TEMPORALI VIOLENTI
Nel precedente articolo abbiamo spiegato perché, durante la stagione estiva, la figura anticiclonica azzorriana è tendenzialmente diventata meno presente sul Mediterraneo centro occidentale e come, al suo posto, sia diventata più frequente l’espansione del promontorio nord africano. Sappiamo che a questa figura barica si legano quindi le ondate di calore, cioè quelle fasi meteorologiche che definiamo di “caldo anomalo” perché le temperature si portano di parecchi gradi al di sopra delle medie climatologiche di riferimento.
Proprio in queste fasi le alte temperature che registriamo giorno dopo giorno, unite a tassi di umidità crescenti man mano che il promontorio invecchia, sono come il carburante che usiamo per riempire una tanica. In gergo tecnico parliamo di «energia potenziale» perché è contenuta all’interno di un serbatoio senza essere, al momento, utilizzata.Nel momento in cui il promontorio inizia a cedere e lascia via libera anche a blande infiltrazioni di aria più fresca che rendono l’atmosfera instabile, quell’energia si trasforma e da «potenziale» diventa «cinetica», cioè «di movimento»: l’instabilità è come una miccia accesa collegata al serbatoio e di conseguenza quella energia viene ora utilizzata per creare imponenti nubi temporalesche a sviluppo verticale da cui si generano nubifragi, grandinate anche di medie o grandi dimensioni, violente raffiche lineari di vento (downburst) e, nei casi più estremi, anche tornado (o trombe d’aria).
Il calore immagazzinato allora sotto forma di elevate temperature (calore sensibile) ed alti tassi di umidità (calore latente) si trasforma in fenomeni violenti. L’assenza dell’Anticiclone delle Azzorre non facilita quindi solo la canicola con l'avvento del promontorio nord africano, ma prepara anche il terreno affinché l’atmosfera possa poi essere messa nelle condizioni di liberare questa energia accumulata mediante una fenomenologia di tipo estremo nel momento il cui subentra in quota una curvatura del flusso anche debolmente ciclonica. La figura anticiclonica azzorriana non ha quindi solo il merito di evitare le fasi di caldo intenso, ma anche quello di smorzare i contrasti con aria più fresca che, di tanto in tanto, anche d’estate può raggiungere le nostre latitudini. E se i contrasti si smorzano perché l’aria fresca non interagisce con aria eccessivamente calda tenuta alla larga dalle nostre latitudini proprio dall’anticiclone oceanico, il rischio di avere fenomeni violenti è minore e meno diffuso.
In sintesi, senza l’Anticiclone delle Azzorre la colonna atmosferica può essere messa nelle condizioni di alternare fasi di accumulo a fasi di rilascio di ingenti quantità di energia. Adesso, per esempio, si sta ultimando la fase di rilascio della prima onda di calore (ieri violenti temporali con grandine anche di grosse dimensioni hanno per esempio colpito alcune aree della Lombardia). Da metà della prossima settimana, con l’avvio di una nuova ondata di caldo, il ciclo ricomincerà daccapo perché rientreremo nella fase di accumulo di nuova energia potenziale che potrebbe essere poi utilizzata al successivo cedimento del promontorio nord africano per formare, ancora una volta, temporali di forte intensità.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera