È TORNATO L’ANTICICLONE DELLE AZZORRE: PER QUALE MOTIVO?
È TORNATO L’ANTICICLONE DELLE AZZORRE: PER QUALE MOTIVO?
Dall’analisi attuale della disposizione dei centri motore del tempo, inquadrabili sulla superficie isobarica di 500 hPa (circa 5500 metri), potremmo quasi dire di avere di fronte la vecchia climatologia della circolazione atmosferica estiva alle nostre latitudini, vale a dire le caratteristiche della vecchia estate mediterranea.
Alle alte latitudini, grosso modo oltre il 50° parallelo, si può per esempio notare l’azione dell’ampia struttura ciclonica facente capo al vortice d’Islanda che in questo periodo dell’anno si ritira fisiologicamente verso la propria zona di origine attenuandosi e limitando il proprio raggio d’azione.
Alle medie e basse latitudini, invece, le due componenti della fascia anticiclonica subtropicale che è solita espandersi verso nord proprio nel periodo estivo per andare a stabilizzare le condizioni meteorologiche anche sul Mediterraneo: in particolare, possiamo osservare la componente continentale nota con il nome di “anticiclone nord africano” sull’entroterra sahariano e la componente marittima, a cui fa capo l’Anticiclone delle Azzorre, disporsi a baluardo al largo delle coste sud-occidentali europee. La situazione attuale mostra in modo chiaro come sia quest’ultima figura barica ad avere in mano le redini del gioco.
Tra la circolazione anticiclonica azzorriana e quella ciclonica islandese tese correnti occidentali scorrono impetuose e di tanto in tanto lasciano scivolare verso il Mediterraneo masse d’aria più fresca e instabile, proprio come è accaduto tra ieri e oggi.
Perché, in questo periodo, stiamo parlando più spesso di un anticiclone che nelle ultime estati si è fatto molto desiderare e che ha lasciato campo libero alla componente continentale della fascia anticiclonica di cui anch’esso fa parte, cioè al promontorio nord-africano? Una delle spiegazioni sta in quelle tese correnti occidentali che nelle ultime settimane stanno scorrendo frequentemente verso l’Europa occidentale.
Questa spinta zonale, che invita l’anticiclone atlantico a estendere facilmente la propria influenza verso i nostri settori, si spiega nel moderato gradiente termico nord-sud che in media e alta troposfera sta condizionando lo stato atmosferico ad di sopra dell’Oceano Atlantico. Prendendo infatti, per esempio, la quota di 850 hPa (cioè circa 1500 metri) e guardando l’anomalia di temperatura, si osserva che si stanno confrontando a breve distanza masse d’aria più fredde e più calde del normale capaci di causare un’accelerazione del flusso con direzione ovest-est.
Se oggi un redivivo Anticiclone delle Azzorre si spiega in parte tenendo conto dei concetti appena spiegati, negli Anni Settanta e Ottanta si spiegava con il fatto che le alte latitudini non si erano ancora troppo riscaldate e quindi la spinta zonale era fisiologicamente garantita anche durante la bella stagione perché l'atmosfera riusciva a mantenere un modesto gradiente termico meridiano: l’arrivo da ovest dell’anticiclone atlantico era quindi il segnale dominante.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera