Immagine Avviso eventi intensi per il 23 Maggio 2014
Settore ADal pomeriggio/sera del 22 Maggio alla tarda mattinata del 23 Maggio sono attese manifestazioni temporalesche a più riprese, con episodi che... Leggi tutto...
Video rubrica Tempo al Tempo

Il VIDEO-METEO del Capitano Sottocorona

Iscriviti al nostro canale Youtube!

Immagine I venti locali e le brezze: meccanismi importanti legati a micro e macro climi
I venti locali sono quei movimenti di masse d'aria atmosferica dovuti alle condizioni... Leggi tutto...
Immagine L’OROSCOPO DEL TEMPO
L’ondata di caldo che inizierà oggi è comparsa tra le soluzioni calcolate dai modelli numerici... Leggi tutto...
Immagine Meteorologia, Volume 1 - L’atmosfera: costituzione, struttura e proprietà
Da professionista, dopo un percorso di studi universitario mirato alla conoscenza dell’atmosfera... Leggi tutto...
Immagine Meteorologia, Volume 5 - Nubi e precipitazioni
Da professionista, dopo un percorso di studi universitario dedicato alla conoscenza... Leggi tutto...
Immagine WRF CAPE - CIN (ita) - ARW by GFS
Modello WRF-ARW (dati GFS) con la mappa sull'Italia di due tipici indici termodinamici: il CAPE... Leggi tutto...
Immagine Meteogramma di Latina (WRF)
Meteogramma per la località di Latina. Uno sguardo alla previsione del tempo di alcuni valori... Leggi tutto...

Le ultimissime dal Televideo RAI

Anteprima Televideo RAI

ESTREMI METEO OGGI. RETE LMT

Il ruolo dell'orografia nelle precipitazioni nevose

Il ruolo dell'orografia nelle precipitazioni nevose

Movimento delle principali masse di aria umida apportatrici di nevicate, nella stagione invernale, verso il sistema alpino e verso le principali catene montuoseStudiando i dati, si può dedurre che la posizione orografica esercita una influenza molto superiore all'altitudine.E' noto che in montagna si hanno abbondanti nevicate quando le masse d’aria umida si comportano in un certo modo in relazione alle montagne stesse. Ma le grandi masse d’aria quando si spostano si comportano in modo diverso secondo la quota:

- sui 6.000 m, nella libera atmosfera, sostanzialmente le uniche forze da considerare sono la pressione e la forza centrifuga della Terra, che si bilanciano in modo tale da rendere la direzione del vento parallela alle isoipse;
- fra il livello del mare e i 1.000 m, invece, l’attrito causato dalla vicinanza della superficie terrestre non è più trascurabile e determina lo sbilanciamento fra pressione e forza centrifuga. E' per questo che i venti tendono a "tagliare" le isobare, orientandosi verso la zona di bassa pressione.

E' chiaro che questi equilibri vengono modificati, qualora le masse d’aria vengano spostate di quota; in verticale, i moti verticali sono più deboli in generale rispetto a quelli orizzontali, ma sono fondamentali per formare o dissolvere le nuvole, influenzando pertanto le precipitazioni.

Ma chi solleva le masse d'aria? Le cause principali sono i cicloni, l’avanzamento dei fronti e i moti termo-convettivi. Ma nelle zone montane gli effetti orografici diventano rilevanti, in quanto inducono velocità verticali fino a dieci volte superiori, specie quando il vento punta perpendicolarmente le catene montuose e queste ultime hanno versanti molto inclinati. In alcune condizioni l'aria si abbassa velocemente lungo il versante sottovento creando venti caldi e asciutti dovuti sia alla perdita di umidità che al suo riscaldamento per compressione; sono i "Foehns" delle valli alpine e i "Chinooks" del Nord America. Inutile dire che la neve si scioglie rapidamente in questi casi...

Quali sono dunque gli ingredienti "base" per avere abbondanti precipitazioni? Correnti ascensionali e masse d’aria umida. E questo lo si può ben vedere osservando la distribuzione delle precipitazioni nevose sul sistema alpino e sulle principali catene montuose degli Stati Uniti. Il versante nord delle Alpi è spesso investito da masse d’aria umida provenienti tra Ovest e Nord, di origine atlantica e si hanno molte precipitazioni; sul versante sud, al contrario, le precipitazioni sono di solito inferiori, perché la maggior parte delle perturbazioni viene ostacolata proprio dal versante settentrionale; le nevicate maggiori sul versante meridionale alpino si hanno infatti solo quando i venti provengono dai quadranti meridionali.

Negli
USA le principali catene montuose sono disposte lungo i meridiani: le perturbazioni, provenendo in maggioranza da ovest, provocano dunque nevicate più abbondanti sui versanti che appunto "guardano" ad ovest; ad esempio si hanno i massimi valori sulla Cascade Range, una vera e propria barriera alle correnti umide provenienti dal golfo d’Alaska, mentre i fronti perturbati più a Sud apportano nevicate molto abbondanti sulla Sierra Nevada. Nell'interno le nevicate diminuiscono notevolmente. Eccezioni: le catene Teton e Wasatch, perché ripide barriere orografiche si innalzano fino a 2.000 m sopra gli altipiani ottenendo quantitativi di neve sorprendenti nonostante l’aridità delle zone circostanti; anche Salt Lake City, a 1.300 m di quota ai piedi della Wasatch Range, riceve 150 cm di neve annui, poco meno della metà delle precipitazioni totali dell'anno.
 

Località

Quota slm (m)

Zona

Nevosità media (cm)

Valgrisanche

1674

Alpi Graie

368

Lago Goillett

2526

M.te Cervino

689

Rochemolles

1926

Alpi Cozie

489

Cortina

1275

Dolomiti

203

Misurina

1760

Dolomiti

370

Passo Rolle

1984

Dolomiti

471

Alta

2700

Wasatch Range (Utah)

800

Berthoud P.

3449

Front Range (Colorado)

510

Squaw Valley

2000

Sierra Nevada (California)

555

M. te Rainer

4392

Cascade Range (Washington)

1044


Le perturbazioni di Ovest e Sud-Ovest danno precipitazioni abbondanti sulla catena San Juan, la prima grande barriera orografica del Colorado, mentre quelle di Nord-Ovest favoriscono le cadute di neve sulla catena Park; il versante orientale della Front Range presso Denver è invece meno nevosa essendo interessato da consistenti precipitazioni solo quando è investito dalle masse d’aria umida provenienti da Sud-Est, cioè dal golfo del Messico. Si rileva che le nevicate aumentano con l’altezza sul versante sopravvento, raggiungendo generalmente il massimo alla cresta, mentre il versante sottovento risulta meno nevoso.


Il trasporto da parte del vento si comporta all'opposto, perché la neve viene asportata dal versante sopravvento e si accumula su quello sottovento. Importante lo studio effettuato da S. Borghi del Centro Meteorologico di Milano Linate nella zona del massiccio dolomitico del Sella, evidenziando le differenze di nevosità tra le 4 località di Canazei, Selva di Valgardena, Corvara e Arabba, pur essendo vicine e poste circa alla stessa quota (1.500 metri). Guarda caso però, esse sono esposte in modo molto diverso rispetto al massiccio montuoso. In particolare la nevosità risulta in generale massima ad Arabba, posta a Sud-Est del massiccio, seguita da Corvara, a Nord-Est, mentre a Canazei e Selva di Valgardena (a Sud-Ovest e a Nord-Ovest del massiccio, rispettivamente) è di molto inferiore; qui, infatti, le maggiori nevicate si hanno con venti tra Est e Sud-Est. Allo stesso modo, negli Stati Uniti si è visto come sulla già citata Wasatch Range, in prossimità del comprensorio sciistico di Park City, le due località di Alta e Brighton, che sono alla stessa quota di 2.700 m, rispettivamente a Ovest e a Est della sommità della catena presentino una nevosità media annua molto diversa: 800 cm ad Alta, sopravvento rispetto ai venti dominanti occidentali, 600 cm a Brighton sottovento alla cresta e distante pochi km in linea d’aria.

Nella figura in alto è illustrato il movimento delle principali masse di aria umida apportatrici di nevicate, nella stagione invernale, verso il sistema alpino e verso le principali catene montuose degli Stati Uniti occidentali.


Tratto da un articolo di Marco Pifferetti, Gennaio ‘96. Per gentile concessione dell'AER.

Stampa