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LA DIVERSA «PERCEZIONE» DELLE ONDATE DI CALORE TRA L’ESTATE E L’INVERNO

Scritto da Andrea Corigliano Sabato 06 Agosto 2022 15:00

LA DIVERSA «PERCEZIONE» DELLE ONDATE DI CALORE TRA L’ESTATE E L’INVERNO

La situazione presente tra dicembre 2021 e gennaio 2022Ondate di caldo intense e prolungate debilitano il fisico: in questa lunga e calda estate del 2022 ce ne stiamo rendendo conto un po’ tutti, tanto che leggendo le reazioni degli utenti a previsioni del tempo poco inclini a parlare di rinfrescata si intuisce molto bene come la sopportazione di molti sia arrivata al limite. In effetti una lunga fase di caldo a tratti anche molto intenso, che si protrae da maggio e che porta le temperature a superare i 34-35 °C per più giorni e con una certa facilità, diventa un periodo difficile da superare per la maggior parte di noi perché crea disagio al nostro corpo, non abituato per troppo tempo a rimanere esposto a simili condizioni termiche: non per nulla, per rimarcare questo stato di sofferenza (e di siccità) che interessa anche l’ambiente abbiamo qualche volta parlato anche di «maltempo anticiclonico». È proprio questo malessere fisico, indotto dalla persistenza del caldo intenso, a farci toccare direttamente con mano una situazione meteorologica fuori dal comune, proprio perché lo avvertiamo sulla nostra pelle.

Funziona sempre così? Riusciamo sempre a essere consapevoli di essere interessati da un’intensa ondata di calore? No, purtroppo no. Per rendercene conto, sblocchiamo un ricordo e ritorniamo alle condizioni meteorologiche che ci hanno accompagnato tra fine dicembre 2021 e inizio gennaio 2022 (vedi figura). Anche a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno in corso, per esempio, la persistenza di un promontorio nord africano estesosi sull’Europa centro-occidentale ha portato su queste aree un’aberrante anomalia di temperatura in media troposfera (a circa 1500 metri), tanto da raggiungere uno scarto positivo dalla climatologia, mediato su cinque giorni dal 29 dicembre al 2 gennaio, pari a 10-12 °C sui paesi del Mediterraneo occidentale e a 12-14 °C al Nord-Ovest.

In quota abbiamo così raggiunto temperature tipiche di giugno, mentre al suolo le inversioni termiche e la coltre di nubi basse hanno attutito il riscaldamento pur mantenendo le temperature ben oltre le medie stagionali. Il tepore di questa fase meteorologica, tuttavia, ai più non ha fatto prendere coscienza di quanto stava succedendo perché il nostro fisico, questa volta, ne ha giovato in quanto non è rimasto esposto a temperature rigide. Dal momento che in situazioni come queste non siamo toccati dal disagio, non percepiamo il peso dell’anomalia termica che si sta consumando. Basterebbe allora solo pensare che, se in estate l’espansione del promontorio nord africano dovesse portare ad anomalie termiche del genere sull’Italia, cioè di 12-14 °C oltre la norma stagionale, saremmo qui ad analizzare una situazione mediata su cinque giorni molto simile a quella che, il 19 luglio scorso, ha portato per la prima volta i 40 °C a Londra. Con una differenza: simili anomalie estive, alle nostre latitudini, porterebbero in Pianura Padana temperature massime più elevate, intorno ai 43-45 °C .



Questo per dire che anche nella stagione fredda esistono le ondate di calore e, come tali, rientrano nel novero degli eventi che vanno a incidere anche pesantemente nel bilancio climatologico della regione che ne viene interessata anche se noi non riusciamo a percepirlo perché quella pesante anomalia termica si traduce per il nostro fisico in un tepore fuori stagione che non apporta alcun fastidio.

Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!

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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera

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