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Il negazionismo climatico a comando di una parte dell'informazione italiana

Scritto da Andrea Corigliano Mercoledì 08 Maggio 2019 10:00

IL NEGAZIONISMO CLIMATICO A COMANDO DI UNA PARTE DELL’INFORMAZIONE ITALIANA

La nevicata del 5 maggio al Cerreto Laghi, sull'Appennino settentrionaleNegli ultimi giorni è uscita una notizia che prende in prestito un fenomeno meteorologico di casa nostra, dai connotati freddi, per dimostrare che il riscaldamento globale non esiste. Questi lanci sono provocazioni che non hanno nulla a che vedere con sbagli commessi in buona fede derivanti dal fatto che non si conosce la materia di cui si sta parlando. Si può infatti sbagliare una volta a confondere il “tempo” con il “clima”, ma compresa la differenza chi ha davvero a cuore la corretta informazione non commette più il solito errore. Qui, invece, assistiamo sistematicamente allo stesso lancio di notizie non appena in Italia si apre un periodo più freddo del normale che desta un po’ di meraviglia. Guardiamo a tal proposito in figura l’andamento della temperatura giornaliera a Piacenza negli ultimi 365 giorni che è rappresentativo anche del quadro termico relativo alle nostre regioni settentrionali e, per sommi capi, anche al resto dell’Italia. Tenendo conto dei valori climatologici dell’ultimo trentennio è possibile inquadrare così le fasi più calde e più fredde del normale che si sono susseguite nel corso dell’ultimo anno, nonché la loro durata e intensità.


Ora, alla vista di questo grafico, anche un bambino di prima elementare deduce che le aree in rosso sono nettamente predominanti su quelle in azzurro, poco frequenti. Certa informazione, però, prendere proprio questi isolati picchi di anomalia negativa per sostenere che il riscaldamento globale non esiste. È successo il 27 agosto 2018 quando un’irruzione di aria fresca ha portato la neve a cadere intorno ai 1000 metri sulle Alpi centro-orientali. È successo poi il 5 gennaio 2019 quando un’irruzione di aria molto fredda ha portato nevicate fin sulle coste su alcune regioni meridionali. È successo ancora lo scorso 5 maggio in occasione dell’irruzione di aria artica che ha portato nevicate fino a quote insolitamente basse sulle Alpi centro-orientali e sull’Appennino settentrionale. Il gioco è allora fin troppo chiaro: non appena fa un po’ più freddo del normale e nevica, esce un titolo che nega non solo un evento globale come quello del riscaldamento dimostrando, appunto, il non sapere la differenza tra “tempo” e “clima” e tra “locale” e “globale”, ma nega per esempio anche l’esistenza di quelle aree in rosso che testimoniano la netta dominanza dell’anomalia termica positiva anche limitatamente all’ultimo anno. Possiamo essere certi che non finirà qui. Al prossimo evento più freddo del normale che prima o poi capiterà nei prossimi mesi saremo di nuovo qui a leggere un altro titolo dello stesso tenore. Un altro titolo che volontariamente farà confusione tra “tempo” e “clima” e che negherà il riscaldamento globale solo perché in Italia, dopo l’ennesimo lungo periodo più caldo del normale, farà un po’ più freddo del normale.

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