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ESISTONO ANCORA LA BURRASCA DI FERRAGOSTO E LE TEMPESTE EQUINOZIALI?

Scritto da Andrea Corigliano Venerdì 22 Agosto 2025 12:00

ESISTONO ANCORA LA BURRASCA DI FERRAGOSTO E LE TEMPESTE EQUINOZIALI?

Previsione media di ensemble del geopotenziale a 500 hPaQuando le stagioni seguivano il proprio corso facendo bene intendere quando una cedeva il passo alla successiva, era questo il periodo dell'anno in cui si sentiva parlare prima della burrasca di Ferragosto e successivamente, tra la fine di settembre e i primi di ottobre, delle tempeste equinoziali. Anche in presenza del prevalente dominio dell'Anticiclone delle Azzorre, infatti, non erano insolite le ondate di calore anche se, rispetto ad oggi, erano meno intense, meno frequenti e meno durature. Segnalavano, però, che la stagione estiva era arrivata al culmine per poi iniziare la discesa quasi sempre nel corso della terza decade di agosto: una battuta di arresto, piuttosto incisiva, che prendeva proprio il nome di «burrasca di Ferragosto» perché sanciva la fine del periodo più caldo dell'anno.

L'estate non era certamente finita, ma lentamente si avviava sulla via del tramonto mostrando il proprio volto piacevole, cioè quello caratterizzato da un caldo senza eccessi e da temperature massime che di solito potevano solo arrivare a sfiorare i 30 °C o superarli localmente di poco. C'era ancora un mese di tempo, prima che l'autunno iniziasse a bussare alla porta rifilando in sequenza dall'Oceano Atlantico due o tre perturbazioni che, accompagnate da un vistoso crollo della pressione atmosferica anche sul bacino del Mediterraneo, erano chiamate «tempeste equinoziali». Sono questi i ricordi di una meteorologia che fu, spiegata con dovizia di particolari dai grandi maestri che si sono susseguiti in televisione come Andrea Baroni e Guido Caroselli. Una meteorologia che, sebbene non disponesse delle attuali risorse computazionali e non avesse gli strumenti attuali per delineare per esempio delle linee di tendenza fino a dieci giorni o oltre come è possibile fare oggi, poteva comunque contare in alcuni passaggi chiave dello stato del tempo che lasciavano ben intendere quando e come avveniva il cambio di passo della stagione estiva.



Oggi, con una dinamica prevalentemente meridiana che ha visto aumentare notevolmente la frequenza delle espansioni del promontorio nord africano, diventa più difficile riuscire a inserire le fasi instabili e relativamente più fresche nel contesto meteorologico di qualche decennio fa per presentarle usando la vecchia terminologia. Si parla allora di break estivi perché nelle evoluzioni del tempo si è un po' persa quella linearità che dava la quasi sicurezza che non si tornava più indietro. Oggi, invece, la soglia dei 35 °C risulta raggiungibile e talvolta superabile anche a settembre nel caso in cui la massa d'aria subtropicale sahariana trovi la spinta per raggiungere le nostre latitudini. Allo stesso modo, la titubanza con cui ormai l'autunno fa il suo ingresso lasciando campo libero alle figure anticicloniche non ci permette di cogliere l'autunno che sale in cattedra con l'ingresso delle tempeste equinoziali ma lascia l'estate spegnersi lentamente, grazie soprattutto al fattore astronomico che non ha più la forza di garantire un'intensa radiazione solare e ha compresso le ore diurne.

In questo disegno un po' più caotico rispetto al passato, in cui sono caduti quei pochi paletti che permettevano di orientarci meglio nella comprensione della dinamica atmosferica, si inserisce poi quella variabilità meteorologica che comunque fa sì che ogni anno sia diverso dall'altro. E se quest'anno l'estate è riuscita anche ad allentare la morsa della calura lasciando libero qualche periodo affinché fosse occupato da aria relativamente più fresca e instabile, nulla vieta di pensare che anche nei prossimi giorni possano susseguirsi dei segnali che un po' ricordano le modalità delle dinamiche atmosferiche passate. Come, per esempio, l'intenso approfondimento della circolazione ciclonica atlantica che, con il contributo dell'ex uragano Erin, potrebbe condizionare il tempo del Mediterraneo e dell'Europa occidentale tra una settimana circa.

Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!

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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera

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