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MODELLO MATEMATICO OPI: MA COS'È DAVVERO? SABATO 18 OTTOBRE

Il centro di calcolo CSCTQuest'anno sentiamo parlare moltissimo del Modello Matematico OPI (October Pattern Index)... Ma cos'è davvero e come funziona? In questo articolo vi illustriamo un'anticipazione della PRESENTAZIONE UFFICIALE che sarà online in esclusiva su queste pagine nella giornata di SABATO 18 OTTOBRE.

Nel panorama delle previsioni climatiche stagionali, i modelli globali (GCM) si fondano prevalentemente sulla variabilità del ciclo ENSO (El Niño–Southern Oscillation), considerato il principale driver tropicale. Tuttavia, per le regioni extratropicali, ed in particolare per l'Europa centro-occidentale, l'ENSO mostra limitazioni in termini di capacità predittiva. Studi consolidati hanno evidenziato come il segnale ENSO non sia sufficiente a spiegare la variabilità invernale in queste aree.

Al contrario, l'Oscillazione Artica (AO) si è dimostrata essere il pattern dominante per la stagione invernale boreale. L'AO descrive la differenza di pressione tra le alte e medie latitudini dell'emisfero nord, influenzando direttamente la forza del vortice polare e la posizione del getto zonale. Le sue due fasi — positiva e negativa — determinano rispettivamente un confinamento o una dispersione delle masse d'aria artica verso sud.

Una delle evidenze più forti emerse dalla letteratura e dalle analisi numeriche è la correlazione del 86% (r = 0,86) tra l'indice AO medio invernale e le anomalie geopotenziali a 500 hPa sull'Europa centro-occidentale. Questo significa che, laddove si riesca a prevedere l'AO, si è in grado di anticipare con elevata precisione l'andamento climatico invernale su un'area che comprende paesi come Inghilterra, Germania, Francia, Paesi Bassi ed Italia settentrionale. L'importanza dell'AO non si limita all'Europa. Anche gli Stati Uniti orientali mostrano una forte sensibilità al segnale AO. In fase positiva, l'AO è associata a condizioni più zonali (più miti e asciutte); in fase negativa, favorisce l'ingresso di masse d'aria artica e condizioni più fredde e instabili.



Frutto di oltre un decennio di ricerca e sviluppo, l'OPI (October Pattern Index) si è evoluto da indice numerico a modello matematico avanzato, capace di analizzare ed interpretare le dinamiche emisferiche invernali con una precisione non comune nel panorama dei modelli stagionali invernali, il tutto grazie ad un software su cui sono stati implementati rigidi algoritmi di calcolo per elaborare i dati atmosferici ERA-5-ECMWF.

I suoi principali obiettivi sono: prevedere con diversi mesi di anticipo l'andamento dell'Oscillazione artica invernale (Winter AO), parametro chiave per comprendere la struttura e la forza del vortice polare, e con essa, il carattere dell'inverno boreale; prevedere con lo stesso incredibile anticipo, l'andamento temporale e qualitativo dell'attività d'onda planetaria invernale, che costituisce il driver principale delle manifestazioni artiche del vortice polare invernale alle medie latitudini.

L'OPI non è solo un indice, è una visione nel futuro delle previsioni stagionali. Un ponte tra la ricerca scientifica e l'applicazione concreta, nonché un prezioso alleato per chi vuole guardare all'inverno con occhi nuovi, preparati e consapevoli. Il campo di ricerca che ha portato all'implementazione degli algoritmi che sono alla base del modello OPI risulta inoltre foriero di potenziali upgrade. Come vedremo più avanti, il modello OPI, in via potenziale, ha davanti a sé un percorso di ulteriore sviluppo.

La linea rossa rappresenta l'andamento storico del DJF AO previsto ad ottobre dal modello OPI; la linea nera rappresenta il valore del DJF AO registrato nei successivi trimestri invernali. La correlazione attuale, computata su un campione di 49 anni (dal 1976 al 2024), è pari all'89,4%.

Nella giornata di SABATO 18 OTTOBRE sarà online la PRESENTAZIONE UFFICIALE DEL NUOVO MODELLO MATEMATICO OPI (OCTOBER PATTERN INDEX) con alcune inedite informazioni, comparazioni e reanalisi.


Schema correlazione AO Europa

Grafico correlazione modello OPI

Per gentile concessione: www.csctmeteo.it