L'area intorno alla centrale nucleare di Chernobyl, sede di un catastrofico incidente nucleare nell'aprile del 1986, può anche essere quasi priva di vita umana, ma la fauna selvatica è invece fiorente. Uno studio dell'Università della Georgia che utilizzava come esche carcasse di pesce e telecamere attivate dal movimento ha riscontrato un'abbondanza di varietà di fauna selvatica proprio nella cosiddetta "zona di esclusione" di Chernobyl.
La zona è un'area di 2.500 chilometri quadrati evacuata dopo l'incidente nello stabilimento ucraino, in quella che allora era l'Unione Sovietica. È illegale vivere nella zona, che si trova a circa 130 chilometri a nord di Kiev, ma da 130 a 150 persone che si sono rifiutate di andarsene vivrebbero ancora lì, almeno secondo BBC.com. Circa 5.000 persone lavorano nella zona, e c'è anche un hotel turistico per le persone che hanno il permesso di farvi visita, secondo Mental Floss.
Gli scienziati sono da tempo interessati alla fauna selvatica nella zona. Uno studio del 2015 ha riscontrato abbondanza di fauna, compresi i lupi grigi. In questo recente studio, pubblicato sulla rivista Food Webs, i ricercatori hanno avvistato cinque specie di uccelli, tra cui le aquile dalla coda bianca e 10 mammiferi, tra cui il visone americano e le lontre di fiume.
Dieci specie di mammiferi e cinque di uccelli sono state documentati tra cui (vedasi la figura) ghiandaie eurasiane (a), cani procione (b), lontre eurasiane (c) e lupi (d).(Fonte: Univerisity of Georgia). Per attirare gli animali ed essere fotografati, le carcasse di pesce venivano collocate lungo la riva del fiume Pripyat e accanto ai canali di irrigazione vicini.