L'equilibrio delle acque nel sottosuolo è delicatissimo e basta poco per comprometterlo subendone a lungo le conseguenze. Purtroppo succede ed è successo, in molti tratti delle coste italiane, come ad esempio in Puglia, dove nei decenni passati si era scoperto un tesoro sepolto sotto terra: strati di calcari fratturati pieni d'acqua.
Dai pozzi scavati ovunque il cosiddetto "oro blu" era continuamente attinto per irrigare ortaggi e frutteti. In profondità, sotto le piane litoranee, esisteva però un equilibrio in quelle rocce bucate come un formaggio groviera. Mentre infatti dal continente colava l'acqua dolce, dal mare premeva quella salata. Il prelievo di quantità crescenti di acqua potabile determinò ad un certo punto un inevitabile scompenso.
La pressione della faldautilizzabile diminuiva, quella salina avanzava al di sotto della terraferma colmando i vuoti creati dall'eccesso di prelievo. Il liquido chearrivava in superficie diventava perciò sempre più salmastro, carico di cloruro di sodio e di altri sali che lo rendevano inutilizzabile.
Per ovviare almeno in parte agli squilibri fu necessario ridurre drasticamente i prelievi, in modo da permettere la ricarica dei serbatoi, in ogni caso lenta in quella terra dal clima molto arido, e dunque scarsa di piogge capaci di ricostruire in fretta le riserve.
Come si può immaginare questi problemi sono ancora più gravi nelle piccole isole mediterranee o atlantiche invase dal turismo in quanto i sistemi idrici profondi sono semplicie poveri, e l'eccesso di prelievi d'acqua in molti casi li ha esauriti.