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Risorse idriche in Italia e consumo di acqua potabile

L'acqua: una risorsa inestimabileSiamo fortunati. Il nostro Paese è tra i più ricchi d'acqua, almeno potenzialmente. Mediamente le precipitazioni piovose ammontano in volume a circa 300 miliardi di metri cubi ogni anno, tra i più elevati in Europa e nel mondo.

Tuttavia, la disponibilità effettiva di risorse idriche, cioè quella effettivamente utilizzabile, è secondo alcune stime solo 58 miliardi di metri cubi.

Di questi, quasi i 3/4 provengono da sorgenti superficiali, fiumi e laghi, mentre il 28% da risorse sotterranee (falde non profonde).

Più della metà delle risorse superficiali utilizzabili si trovano nell'Italia settentrionale, il 19% al centro, il 21% al sud e il 7% nelle isole maggiori.

Pare poi che circa il 70% delle risorse sotterranee sia collocato nelle grandi pianure alluvionali del nord, mentre al sud le falde utilizzabili sono davvero poche, dove la più sfruttata ed estesa sembra essere quella pugliese, con oltre 500 milioni di metri cubi all'anno. La meno sfruttata e forse la più limitata sembra sia quella sarda con una capacità con i suoi 80 milioni di metri cubi all'anno circa.


Chiaramente non c'è solo l'acqua come risorsa idrica in sé da considerare, ma anche il suo utilizzo come acqua potabile.

Tra i paesi europei l'Italia è in prima posizione per il consumo d'acqua per persona e su scala mondiale è al terzo posto. Sopra di noi in questa classifica solo Stati Uniti e Canada.

II consumo italiano medio è stimato tra i 150 e i 350 litri d'acqua pro capite al giorno. All'estremo opposto quello quello di un abitante africano che utilizza 250 litri in media (per un intero anno!)

Se poi ci concentriamo non solo sulle medie, scopriamo che ci sono città al di sopra dei 400 litri per abitante al giorno, come ad esempio Venezia e Milano, due comuni interessati da notevoli flussi quotidiani provenienti dall'esterno e sui quali pesa molto l'acqua fornita alle utenze di servizio.

Non mancano però situazioni di carenza idrica, come alcune situazioni critiche che si sono avute tempo fa a Bari e Cagliari, quando per un intero anno (2003) ci fu carenza, mentre ad Agrigento, Cosenza, Reggio Calabria e Trapani occorse solo riguardo ai mesi estivi.

Insomma, non scopriamo certo "l'acqua calda" (è proprio il caso di dire...) dicendo che stiamo parlando di una risorsa inestimabile. Ma per come la vediamo noi e per come vanno le cose... crediamo che parlarne non è mai abbastanza per ricordarlo!