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Scritto da Andrea Corigliano Venerdì 03 Novembre 2023 18:00

DOPO CIARAN UN’ALTRA TEMPESTA ATLANTICA CONDIZIONERÀ IL TEMPO DELL’ITALIA NEL CORSO DEL FINE SETTIMANA. A SEGUIRE, UNA PARZIALE TREGUA

Evoluzione del nuovo ciclone per il 4 novembre 2023Un altro ciclone sta per entrare sul palcoscenico europeo seguendo all’incirca la strada percorsa dal suo predecessore Ciaran: la strada da nord-ovest rimane infatti aperta e continua a favorire l'arrivo dal Canada di aria fredda che, in contrasto con quella più calda sovrastante la superficie oceanica, favorisce lo sviluppo e l’approfondimento di figure di bassa pressione più o meno intense, in movimento verso le coste occidentali del nostro continente. Il nuovo ciclone raggiungerà le Isole Britanniche nel primo pomeriggio di domani, sabato 4 novembre, con un valore barico minimo che è previsto oscillare intorno ai 960 hPa e che quindi sarà di poco superiore a quello di Ciaran (fig. 1). La dinamica atmosferica che andrà nuovamente costruendosi a scala sinottica vedrà quindi in azione, su tutto il settore centro-occidentale europeo, una vasta circolazione ciclonica che genererà nuovi venti da burrascosi a tempestosi dai quadranti occidentali e sud-occidentali.

Anche il tempo della nostra penisola risentirà di questa evoluzione con il passaggio di una nuova perturbazione che attraverserà le nostre regioni tra domani e dopodomani e con un nuovo intenso richiamo dei venti prevalentemente di libeccio che, proprio per l’ampio raggio d’azione del vortice che si estenderà fino al Mediterraneo occidentale, inizieranno a soffiare dal Mare di Alboran (fig. 2). Tra il pomeriggio di domani e la giornata di domenica si prevedono quindi ancora venti da molto forti a burrascosi, con raffiche di tempesta che potrebbero quindi raggiungere velocità intorno ai 100 km/h sulle aree maggiormente esposte e soprattutto sui rilievi appenninici centro-settentrionali: si manterranno così condizioni favorevoli a mareggiate su tutti i litorali sopravvento all’intenso flusso occidentale, dove le onde potrebbero raggiungere altezze per lo più comprese tra i 3 e i 5 metri (fig. 3).

Anche la fenomenologia seguirà, grosso modo, la stessa distribuzione che abbiamo avuto con il passaggio dell’ultima perturbazione. Non sarà quindi una novità sapere allora che, ancora una volta, le precipitazioni più organizzate e intense che cadranno dal pomeriggio di domani a domenica interesseranno con tempistiche diverse il settore alpino e prealpino dalla Lombardia al Friuli Venezia Giulia, il Levante Ligure, la Toscana settentrionale e tutta la fascia appenninica centrale (fig. 4). Nevicate sulle Alpi a quote variabili, per via del sali-scendi della quota dello zero termico che è legato alla dinamica delle masse d’aria in avvicendamento: non si dovrebbe quindi salire oltre i 2000 metri in piena avvezione calda e non si dovrebbe scendere, se non localmente, sotto i 1000 metri con il passaggio del fronte freddo. Sulle altre regioni – contenute entro la linea bianca – precipitazioni meno organizzate e di intensità tra debole e moderata.



Ancora una volta, saranno scarsi gli effetti che il sistema perturbato avrà sulle regioni meridionali e su quelle adriatiche centrali: su queste ultime, una prevalente situazione di «ombra pluviometrica» limiterà molto la formazione di fenomeni che si potrebbero tuttavia presentare in forma irregolare: qualche isolato piovasco non è quindi escluso. Con buona probabilità, nel corso della prossima settimana avremo una parziale tregua che sarà portata da condizioni di prevalente variabilità atmosferica. Non tornerà l’alta pressione, ma una timida ripresa del campo barico a tutte le quote scongiurerà nuovi episodi di pesante maltempo.

Stima delle raffiche di vento per il 4 novembre 2023

Stima dell'altezza delle onde per il 5 novembre 2023

Localizzazione dei fenomeni nel corso del weekend


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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera