La prima tempesta equinoziale potrebbe lasciare il segno. Man mano che i modelli ricalcolano il futuro stato dell’atmosfera partendo dai nuovi dati e man mano che la distanza temporale dall’evento si accorcia rendendo così sempre più affidabile lo scenario calcolato, ecco emergere qualche dettaglio in più sulla configurazione sinottica che probabilmente andrà delineandosi nella seconda parte di questa settimana e che potrebbe essere particolarmente incisiva per quanto riguarda le condizioni meteorologiche attese sull’Italia.
Dall’analisi probabilistica di tutte le previsioni elaborate dal modello europeo ECMWF (immagine a sinistra) si evidenzia infatti un marcato calo della pressione atmosferica sul bacino centro-occidentale del Mediterraneo, dove il campo barico potrebbe portarsi su valori inferiori ai 995 hPa: si tratterebbe, quindi, di un segnale più profondo rispetto a quello discusso nel precedente articolo e soggetto peraltro a ulteriori aggiustamenti, considerando il fatto che parliamo ancora di una previsione media e osservando che tra gli scenari ce ne sono alcuni che ritengono plausibile la formazione di minimi ancora più profondi (immagine a destra).
Al di là di questo particolare che potremo valutare meglio nei prossimi giorni, possiamo comunque già affermare che la strada intrapresa della dinamica atmosferica sembra ormai orientata verso la realizzazione di un quadro meteorologico piuttosto delicato per quanto riguarda la fenomenologia che potrebbe scaturire da questo tipo di evoluzione.
Il crollo della pressione atmosferica causerà infatti una sensibile intensificazione della ventilazione, prevalentemente di scirocco, che determinerà una marcata avvezione di aria calda subtropicale in scorrimento su una superficie marina altrettanto calda e quindi predisposta a fornire vapore acqueo al flusso meridionale.