La dinamica del tempo delle medie latitudini è legata al susseguirsi delle quattro stagioni e quindi all’alternanza nel corso dell’anno di quattro tipologie di condizioni atmosferiche, ognuna delle quali presenta un ventaglio di scenari che risultano più o meno probabili nel corso di ogni trimestre. L’impronta del cambiamento climatico, fattasi sempre più pesante nel corso degli ultimi decenni, ha in parte modificato questo schema agendo non solo sui tempi e sui modi con cui si sviluppa il cammino stagionale, ma anche sulle figure bariche che costruiscono le condizioni atmosferiche di quella stagione: è sufficiente per esempio pensare all’assenza dell’Anticiclone delle Azzorre durante la stagione estiva per osservare che, detta in maniera popolare, non ci sono più… le stagioni di una volta.
Con i nuovi schemi del tempo cambiano così anche i passaggi di consegna tra una stagione all’altra, vale a dire il verificarsi di quell’evento o di quella sequenza di eventi meteorologici che dovrebbero far capire che una stagione è agli sgoccioli e che la successiva è in procinto di iniziare la propria corsa: quella che fino a qualche decennio fa era chiamata «la burrasca di Ferragosto» chiudeva di fatto la fase più calda dell’estate e quella che fino a qualche decennio fa era nominata «la tempesta equinoziale» dava il via all’autunno con l’ingresso sul Mediterraneo di una serie di impulsi perturbati che si susseguivano grosso modo tra l’ultima decade di settembre e la prima metà di ottobre. Ha ancora senso, oggi, parlare in questi termini?Forse è più difficile perché, dal momento che il tempo meteorologico ha perso per strada un po’ della sua variabilità proprio a causa delle modifiche subite dalla circolazione a grande scala, è diventato più difficile cogliere l’evento o la serie di eventi che possono essere ritenuti significativi per definire i passi del cambio di stagione.
Che si chiami «burrasca di Ferragosto» o «burrasca di fine estate», siamo però sicuramente di fronte al passaggio di una perturbazione che sul finire della stagione estiva dal punto di vista meteorologico riesce a incidere sul bacino del Mediterraneo una ferita piuttosto profonda nello stato del tempo, con la formazione di una circolazione ciclonica ben strutturata a tutte le quote e quindi mettendo in atto un’evoluzione che non è più riconducibile alle sole condizioni di instabilità. Questo scenario è proprio quello che si verificherà molto probabilmente sul Mediterraneo centro-occidentale tra domenica 27 e lunedì 28, quando l’avvicinamento della saccatura nord atlantica all’Italia genererà un considerevole calo della pressione anche al livello del mare e permetterà così l’inserimento del sistema nuvoloso organizzato con l'aria fresca al seguito.
Nei prossimi giorni la situazione dovrà essere tra l’altro seguita con particolare attenzione perché bisognerà eventualmente prendere in considerazione anche la possibilità che la ciclogenesi sottovento all’arco alpino possa approfondirsi a tal punto da generare un intenso ciclone mediterraneo tra il Mar Ligure, il Mar di Corsica e il Mar di Sardegna (vedi figura). L’evento atmosferico che va delineandosi avrebbe quindi tutte le caratteristiche tipiche di una burrasca di fine stagione: l’incisivo passaggio perturbato con fenomeni anche forti e il sensibile calo termico annesso, con le temperature che tenderanno a portarsi anche di qualche grado al di sotto delle medie stagionali su tutta l’Italia entro la prima parte della prossima settimana, costituiscono proprio i segni particolari del primo passo indietro di questa stagione che avrà comunque ancora a disposizione del tempo per manifestarsi.