La fase meteorologica responsabile delle condizioni nel complesso in linea con i canoni climatologici del periodo sta per volgere al termine. Nella seconda parte della settimana si farà strada un nuovo cambiamento della circolazione atmosferica che sostituirà l’attuale flusso occidentale con correnti provenienti, in modo sempre più convinto, dall’entroterra sahariano. Si profila quindi la seconda espansione del promontorio nord africano verso il Mediterraneo centrale con un trasporto verso le nostre latitudini di aria subtropicale continentale sempre più calda che andrà inevitabilmente a far lievitare le superfici isobariche di tutta la colonna troposferica, fino a raggiungere valori decisamente elevati – e di conseguenza marcatamente anomali – già a partire dal fine settimana, quando per esempio sulla verticale della Sardegna bisognerà probabilmente salire a circa 6000 metri per trovare la pressione di 500 hPa (fig. 1, a sinistra).
La posizione quasi stazionaria della goccia fredda ad ovest delle Isole Britanniche sarà per il promontorio nord africano una «spina nel fianco» non di poco conto perché la sua presenza, in una posizione che potrebbe risultare quasi stazionaria per alcuni giorni, stimolerà di continuo il pescaggio di aria molto calda che arriverà a interessare le nostre due Isole Maggiori già nel corso del prossimo fine settimana (fig. 1, a destra): per sabato 8 e domenica 9 luglio risulta infatti ormai molto probabile che la Sardegna e la Sicilia siano attraversate in quota da isoterme dai valori per lo più compresi tra 24 e 27 °C a 850 hPa e che quindi, in prossimità del suolo, le temperature possano facilmente portarsi a cavallo dei 40 °C.
Sempre nel fine settimana, l’avvezione subtropicale potrebbe portare l’isoterma di 20 °C a 850 hPa lungo le coste tirreniche e di conseguenza tra Toscana, Umbria e Lazio non sono da escludere i primi picchi oltre i 35 °C. Saranno queste le prime avvisaglie di un maggior coinvolgimento della penisola in questa onda di calore in probabile avanzamento da sud-ovest verso nord-est nei primi giorni della prossima settimana.
Al momento, però, non è possibile dare ulteriori indicazioni perché lo scenario a medio e lungo termine, calcolato dalla modellistica numerica con i dati attuali, non è ancora sufficientemente robusto per definire una previsione attendibile.