Passato il ciclone responsabile del disastro alluvionale che ha colpito l’Emilia Romagna, una nuova area depressionaria è pronta a salire sul palcoscenico del Mediterraneo centrale per portare sulla nostra penisola nuove precipitazioni tra domani (venerdì 19) e domenica 21 maggio. Come abbiamo già detto nella precedente analisi, il meccanismo di formazione del nuovo vortice sarà analogo al processo che ha fatto nascere il precedente: una modifica strutturale della goccia fredda che si trova ormai in posizione quasi stazionaria alle nostre latitudini e che, allungandosi ancora una volta verso l’entroterra algerino e tunisino, imprimerà un’accelerazione al flusso in quota lungo il proprio fianco orientale (fig. 1, a sinistra) per sviluppare così al suolo un'altra figura di bassa pressione (fig. 1, a destra).
Non si tratterà di un minimo profondo come quello che lo ha preceduto, ma sarà pur sempre un ciclone extratropicale significativamente anomalo per il periodo soprattutto in quota, dove le altezze di geopotenziale a 500 hPa potrebbero raggiungere valori eccezionalmente bassi. Con la graduale affermazione della figura barica, che raggiungerà l’apice dello sviluppo nella notte su sabato tra le nostre due Isole Maggiori per poi perdere forza abbastanza rapidamente stazionando all’incirca sulla stessa area, avremo di pari passo un’impostazione sempre più strutturata anche del flusso che convergerà verso la neo depressione.
Data la posizione della nostra penisola rispetto a questo centro motore, sulle nostre regioni affluiranno a tutte le quote correnti sud-orientali cariche di aria umida e instabile (fig. 2). Separando la dinamica nei bassi strati da quella che caratterizzerà gli strati medio-alti, possiamo notare che in prossimità del suolo le tese correnti sciroccali troveranno sulla costa ionica della Calabria e della Sicilia la forzante orografica per sollevarsi e sviluppare qui una fenomenologia più organizzata.
Il medesimo processo si imposterà anche lungo la costa orientale della Sardegna, dove in più potrebbe sommarsi l’azione di una modesta convergenza in grado di esaltare ulteriormente la formazione di precipitazioni di una certa importanza. A quote medie, sarà invece notevole il carico di massa che andrà a impattare perpendicolarmente ai rilievi delle Alpi occidentali, dopo aver attraversato tutto il Mare Adriatico ed essere entrato in Pianura Padana con venti da est.