Immaginiamo la dinamica atmosferica come se fosse composta da più ruote dentate che, incastrandosi alla perfezione, creano un treno di ingranaggi. Se ben oliato, il marchingegno si muove senza intoppi e quindi le diverse ruote che lo compongono non hanno problemi nel trasmettere l’impulso. In parallelo, questo comportamento lo osserviamo quando la variabilità atmosferica che caratterizza le nostre latitudini propone un regolare avvicendamento delle diverse fasi del tempo e quindi fa alternare periodi anticiclonici e soleggiati ad altri depressionari e piovosi. La quasi regolarità dell’alternanza tra i diversi stati del tempo è garanzia per trovarsi, passo dopo passo, qualche volta al di sopra e qualche volta al di sotto delle medie climatologiche di riferimento, siano esse associate al campo termico o a quello pluviometrico. Invece, se in una o più ruote manca qualche dente e gli ingranaggi non si incastrano alla perfezione, può capitare che alcune di esse girino ed altre presentino intoppi, si blocchino o procedano magari a scatti, facendo anche del rumore.
Nella dinamica atmosferica, è quello che succede quando per esempio la circolazione in un settore del nostro continente rimane stazionaria e quindi, non evolvendo, comporta che lo stesso tipo di tempo insista per più giorni sulla stessa zona facendo anche in questo caso del «rumore» nel momento in cui si registrano dei record: sono quindi le anomalie della circolazione che, pur facendo parte dell’avvicendamento delle condizioni meteorologiche, possono essere all’origine di eventi estremi se il «danno» subìto dalla ruota dentata inizia ad essere rilevante.