Se facessimo un sondaggio per chiedere quali delle due immagini incarnano la stagione in corso, molto probabilmente la foto di sinistra riceverebbe un’altissima percentuale di preferenze. Questo perché, nell’immaginario collettivo, la primavera è sinonimo di bel tempo e di temperature gradevoli e quindi di uno stato atmosferico che si allontana da tutto ciò che riguarda il freddo, la neve e la pioggia.
Al contrario, l’immagine di destra lascerebbe intendere che a metà aprile è tornato l’inverno e quindi la situazione verrebbe percepita come anomala: d’altro canto, anche l’informazione che oggi va per la maggiore alimenta molto spesso queste convinzioni nel momento in cui, tra marzo e maggio, parla di «stop alla primavera» o di «primavera che non decolla» ogni qualvolta arriva una perturbazione e le temperature diminuiscono.
Al contrario, la foto di sinistra racchiude tutto il dramma della mancanza di precipitazioni nella stagione in cui queste dovrebbero essere frequenti e quella a destra ci parla di una primavera che pare avere acquistato un po’ di normalità. Siamo infatti a circa 2000 metri di quota e precisamente sulle Alpi occidentali nel cuneese (a sinistra) e sulle Alpi orientali nel tarvisiano (a destra): ci troviamo quindi a quote di montagna in cui in aprile la neve dovrebbe essere ancora di casa, a patto che transiti una perturbazione atlantica con il proprio carico di precipitazioni, proprio come è accaduto ieri per alcune aree d’Italia.