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Scritto da Andrea Corigliano Lunedì 13 Marzo 2023 00:00

PERTURBAZIONI ATLANTICHE E PIOGGE PRIMAVERILI ORGANIZZATE: UNA LOTTA CONTRO IL TEMPO

Contrasti di primavera...La stagione invernale che sta per chiudersi dal punto di vista astronomico non ha brillato quanto a fenomeni tipici del periodo perché qualche settimana di freddo, che fa da intermezzo a lunghi periodi di caldo anche marcatamente anomalo, non basta davvero per dire che l’inverno ha svolto a sufficienza il proprio dovere. Questa situazione non è però una condizione media dell’atmosfera da intendere fine a se stessa, cioè come se rimanesse imprigionata in una stanza la cui porta è chiusa a chiave e non può comunicare con quella accanto: al contrario, questo stato in cui si trova l’atmosfera mediterranea rappresenta di norma la base di partenza su cui poi la stagione che si trova nell’altra stanza, vale a dire la primavera, inizia a gettare le proprie basi per costruire le dinamiche che poi ci traghetteranno verso l’estate. Se quindi si parte da un trimestre «freddo» in cui le vere caratteristiche dell’inverno si sono fatte vedere a stento, la stagione avvenire si trova tendenzialmente orientata già verso uno stato condizionato da aria più calda: immaginando quindi un’ipotetica corsa verso la «bella stagione», è come se la primavera disputasse la sua corsa verso l’estate partendo avvantaggiata e quindi con qualche passo in avanti già guadagnato grazie alla «quasi mancata» stagione che l’ha preceduta.

Il venir meno dell’inverno dovrebbe quindi fare arretrare prima verso le alte latitudini la fascia al cui interno si accentuano i contrasti termici tra masse d’aria dalle caratteristiche termodinamiche diametralmente opposte: è proprio in questo canale che si trovano le condizioni atmosferiche ideali per fare avvenire lo sviluppo di sistemi perturbati che si susseguono come vagoni di un treno guidato da ovest verso est dalle correnti occidentali. Se questo canale non passa anche per il Mediterraneo disponendosi a foggia di onde ampie e pronunciate e a fatica riesce a inviare impulsi perturbati organizzati, ci troviamo già in una posizione di svantaggio rispetto a un ipotetico anno in cui il raffreddamento delle basse latitudini si è mostrato più incisivo durante il trimestre invernale e quindi ha permesso alla primavera di iniziare la sua corsa partendo da una posizione più in linea con la normalità. L’arrivo di perturbazioni atlantiche strutturate e di precipitazioni primaverili organizzate diventa una lotta contro il tempo nel momento in cui, iniziando la primavera il proprio cammino con in attivo una posizione di vantaggio, partirebbe in anticipo rispetto a quanto vorrebbe la climatologia anche il ritiro verso nord di questa fascia perturbata che poi fisiologicamente continua ad arretrare e a spostarsi verso nord man mano che la stagione primaverile avanza.



Date queste condizioni si tenderebbe quindi a perdere più in fretta la variabilità meteorologica che proprio in questa stagione è tipica delle nostre latitudini perché questa variabilità andrebbe a perdere continuità temporale e a mostrarsi per periodi più limitati, quasi come se fosse uno strappo quando invece dovrebbe essere la normalità almeno nella prima parte della nuova stagione. È questo senza dubbio un aspetto che farebbe diminuire le probabilità di assistere a quei cambiamenti del tempo radicali e capaci di far diventare il Mediterraneo una fucina di sistemi frontali, in grado di dispensare in successione le piogge dal Nord-Ovest alla Puglia in maniera più democratica rispetto a quanto siamo di solito ormai abituati.

Infatti, nel momento in cui quel canale perturbato si dovesse allontanare gradualmente dalle nostre latitudini, arretrerebbe anche l’anello che tiene legata un’ipotetica saccatura al canale perturbato principale, da cui riceve l’alimentazione. E allora aumenterebbe la probabilità che l’anello si possa spezzare, che la saccatura non riceva più la linfa e la forza di progredire verso levante e che si isoli in goccia fredda, liberando fenomeni di instabilità che non possono di certo competere con le piogge di un sistema frontale di stampo prettamente primaverile in cui c’è un richiamo caldo sciroccale, c’è una discesa fredda di origine polare e c’è una ciclogenesi mediterranea che si salda a una depressione madre in Oceano. Ecco, vedere che queste condizioni della dinamica atmosferica primaverile si materializzano sempre meno nelle linee di tendenza e non si traducono poi in un reale cambiamento radicale dello stato del tempo, lascia qualche pensiero in vista del proseguo.

Non è questa una previsione per i prossimi mesi perché sappiamo bene qual è l’iter per parlare delle future condizioni meteorologiche alle diverse scadenze temporali: quanto espresso sono solo delle considerazioni personali, nate da una sintesi tra il tempo osservato su lungo periodo, partendo anche da come la modellistica numerica passo dopo passo è arrivata a tracciare i vari scenari che stiamo vivendo: scenari che, neanche a dirlo, hanno come minimo comune multiplo l’assenza di piogge importanti al Nord-Ovest in forma continuativa, almeno nei periodi dell’anno in cui questa continuità dovrebbe essere garantita.

Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!

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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera