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Scritto da Andrea Corigliano Domenica 19 Febbraio 2023 16:00

SI RAFFORZA L’IPOTESI DI UN IMPORTANTE CAMBIAMENTO NELLA SECONDA PARTE DELLA SETTIMANA

Evoluzione attesa per la seconda parte della prossima settimana a circa 5500 metriIl Mediterraneo centro-occidentale si trova sotto un dominio anticiclonico di matrice azzorriana che, come sappiamo, in inverno non sempre è sinonimo di cielo sereno ovunque, ma anche di nebbie e di nubi basse che si addensano prevalentemente lungo le coste. Fa da cornice a queste condizioni di stabilità atmosferica un campo termico che nelle ore centrali del giorno raggiunge valori primaverili, non solo in pianura ma anche in montagna, dove è insolitamente elevata per la stagione la quota dello zero termico. Almeno fino a mercoledì 22 febbraio la situazione resterà sostanzialmente immutata e quindi non osserveremo variazioni significative dello stato del tempo rispetto a quanto stiamo osservando in questi giorni.

Dalla seconda parte della settimana che sta per iniziare, invece, si conferma la linea di tendenza che avevamo iniziato a delineare tre giorni fa (16 febbraio), quando avevamo fatto un primo cenno ai primi segnali di cambiamento in arrivo dall’Oceano Atlantico perché emergenti dai calcoli dei modello del centro Europeo ECMWF. A tal proposito, i nuovi aggiornamenti elaborati sempre in chiave probabilistica iniziano a dare più credito a quella ipotesi evolutiva secondo cui una saccatura dovrebbe avvicinarsi alle coste occidentali del nostro continente tra mercoledì 22 e giovedì 23 e condizionare successivamente il tempo del bacino centro-occidentale del Mediterraneo. Anche se non ci troviamo ovviamente nelle condizioni di poter sciogliere la prognosi e quindi di elaborare una previsione del tempo vera e propria perché la distanza temporale dall’evento non è ancora trascurabile, possiamo tuttavia individuare alcuni elementi che ci permettono di poter dire che un primo passo importante verso la costruzione di un cambiamento strutturato dello stato del tempo è stato compiuto: a questo primo passo, dovranno poi seguirne degli altri nei prossimi giorni per poter arrivare così ad uno scenario che godrà di un’affidabilità molto buona.

Focalizzando allora l’attenzione tra il 24 e il 26 febbraio (fig. 1, a sinistra), è innanzitutto evidente come la saccatura – cioè l’ampia conca di bassa pressione che andrà disponendosi in quota – riuscirebbe a raggiungere con il proprio asse l’entroterra nord africano per fare qui assumere al flusso in quota una marcata curvatura. Questa dinamica sarà importante per la risalita di nuclei di vorticità ciclonica (positiva), indispensabili per determinare nei bassi strati un calo della pressione atmosferica e quindi per costruire nubi e precipitazioni: in altre parole, per dare sostentamento alla perturbazione che si accompagnerà a questo cavo d’onda in ingresso. In secondo luogo, l’ulteriore rinforzo a cui dovrebbe successivamente andare incontro il promontorio ad ovest delle Isole Britanniche e il suo tentativo di espandersi verso la penisola scandinava favorirebbe un lenta evoluzione a levante di tutta la struttura depressionaria che potrebbe trovarsi, a questo punto, nelle condizioni di approfondirsi ulteriormente.



Se da un lato la posizione ascendente della saccatura in quota agevolerà probabilmente una ciclogenesi nei bassi strati, dall’altro la diversa alimentazione a cui sarà sottoposto il minimo barico accentuerà i contrasti termici e fornirà ulteriore energia a tutto il sistema depressionario. Ad oggi questo segnale ciclogenetico, inteso sempre come segnale medio elaborato su base di 50 previsioni, è tutto sommato buono ma prima di utilizzarlo per fini previsionali è bene aspettare ancora qualche giorno. Una simile situazione, però, farebbe diventare il Mediterraneo occidentale il palcoscenico dove aria calda subtropicale e aria fredda artica continentale, dopo essersi parzialmente mitigata nel suo lungo cammino verso sud, arriverebbero a fronteggiarsi e quindi a costruire quel tipo di cambiamento del tempo strutturato, capace di portare precipitazioni anche diffuse e organizzate. Per il momento apprezziamo quindi questo primo importante passo avanti. Vedremo in settimana quando arriverà il momento in cui le prime bocce si fermeranno, in modo da iniziare a definire meglio almeno la prima parte di questa nuova fase meteorologica.

Evoluzione attesa per la seconda parte della prossima settimana nei bassi strati


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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera