Il Mediterraneo centro-occidentale si trova sotto un dominio anticiclonico di matrice azzorriana che, come sappiamo, in inverno non sempre è sinonimo di cielo sereno ovunque, ma anche di nebbie e di nubi basse che si addensano prevalentemente lungo le coste. Fa da cornice a queste condizioni di stabilità atmosferica un campo termico che nelle ore centrali del giorno raggiunge valori primaverili, non solo in pianura ma anche in montagna, dove è insolitamente elevata per la stagione la quota dello zero termico. Almeno fino a mercoledì 22 febbraio la situazione resterà sostanzialmente immutata e quindi non osserveremo variazioni significative dello stato del tempo rispetto a quanto stiamo osservando in questi giorni.
Dalla seconda parte della settimana che sta per iniziare, invece, si conferma la linea di tendenza che avevamo iniziato a delineare tre giorni fa (16 febbraio), quando avevamo fatto un primo cenno ai primi segnali di cambiamento in arrivo dall’Oceano Atlantico perché emergenti dai calcoli dei modello del centro Europeo ECMWF. A tal proposito, i nuovi aggiornamenti elaborati sempre in chiave probabilistica iniziano a dare più credito a quella ipotesi evolutiva secondo cui una saccatura dovrebbe avvicinarsi alle coste occidentali del nostro continente tra mercoledì 22 e giovedì 23 e condizionare successivamente il tempo del bacino centro-occidentale del Mediterraneo. Anche se non ci troviamo ovviamente nelle condizioni di poter sciogliere la prognosi e quindi di elaborare una previsione del tempo vera e propria perché la distanza temporale dall’evento non è ancora trascurabile, possiamo tuttavia individuare alcuni elementi che ci permettono di poter dire che un primo passo importante verso la costruzione di un cambiamento strutturato dello stato del tempo è stato compiuto: a questo primo passo, dovranno poi seguirne degli altri nei prossimi giorni per poter arrivare così ad uno scenario che godrà di un’affidabilità molto buona.
Focalizzando allora l’attenzione tra il 24 e il 26 febbraio (fig. 1, a sinistra), è innanzitutto evidente come la saccatura – cioè l’ampia conca di bassa pressione che andrà disponendosi in quota – riuscirebbe a raggiungere con il proprio asse l’entroterra nord africano per fare qui assumere al flusso in quota una marcata curvatura. Questa dinamica sarà importante per la risalita di nuclei di vorticità ciclonica (positiva), indispensabili per determinare nei bassi strati un calo della pressione atmosferica e quindi per costruire nubi e precipitazioni: in altre parole, per dare sostentamento alla perturbazione che si accompagnerà a questo cavo d’onda in ingresso. In secondo luogo, l’ulteriore rinforzo a cui dovrebbe successivamente andare incontro il promontorio ad ovest delle Isole Britanniche e il suo tentativo di espandersi verso la penisola scandinava favorirebbe un lenta evoluzione a levante di tutta la struttura depressionaria che potrebbe trovarsi, a questo punto, nelle condizioni di approfondirsi ulteriormente.