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Scritto da Andrea Corigliano Lunedì 23 Gennaio 2023 19:00

CONDIZIONI INVERNALI ALMENO FINO A FINE MESE

Immagine da satellite del 23 gennaio 2023Passo dopo passo, abbiamo seguito la lunga evoluzione a cui è andata incontro la saccatura nord atlantica che, dopo essere giunta sul bacino del Mediterraneo centrale e aver qui guidato aria fredda di origine marittima (prima polare e poi artica), negli ultimi giorni è evoluta a goccia fredda. L’ultimo sistema nuvoloso della serie di perturbazioni che ci hanno interessato negli ultimi giorni è quello che, a foggia di virgola, si dispone ad arco estendendosi dal Nord Italia alla penisola balcanica e che è destinato nelle prossime ore ad attenuarsi e a lasciare un lungo strascico di variabilità atmosferica (fig. 1).

D’altro canto, la goccia fredda che si è isolata proprio sull’Italia può essere pensata come una «ferita» dello stato del tempo che fatica a rimarginarsi e che è quindi destinata eventualmente a chiudersi lentamente nel caso in cui non intervengano nuove forzanti esterne capaci di mantenere attivo questo stato del tempo che si è venuto a creare alle nostre latitudini. Anche l’aria fredda giunta durante l’irruzione ha continuato a perdere le sue caratteristiche originarie: se un primo cambiamento è stato subìto durante il tragitto verso le basse latitudini a causa dello scorrimento del flusso al di sopra dell’Oceano Atlantico, un secondo cambiamento è subentrato gradualmente con la permanenza della massa d’aria a contatto con il Mare Nostrum.

Il nostro bacino ha infatti mantenuto il processo di riscaldamento dal basso e quindi modificato ulteriormente il suo profilo termodinamico che comunque continua ancora mantenere temperature per lo più comprese tra -4 e 0 °C a 850 hPa (cioè a circa 1500 metri) e quindi a conservare una condizione meteorologica che possiamo definire di stampo normalmente invernale.

Questa situazione termica persisterà fino a giovedì 26, accompagnandosi come detto ad un tempo tutto sommato governato dalla variabilità. Nei giorni successivi, invece, una pulsazione meridiana dell’Anticiclone delle Azzorre in Oceano Atlantico, dapprima verso il sud della Groenlandia e poi in rotazione verso l’Islanda e la penisola scandinava, favorirà una nuova irruzione di aria fredda che evolverà verso sud in seno ad una nuova saccatura. Questa dinamica causerà così l’aggancio della goccia fredda e un nuovo probabile calo della pressione atmosferica anche nei bassi strati, in particolar modo sulle nostre regioni centro-meridionali (fig. 2, a sinistra).

La nuova intensificazione del gradiente barico riattiverà così correnti prevalentemente di bora e di tramontana che trasporteranno la nuova massa di aria fredda e causeranno un nuovo calo termico su tutte le nostre regioni: stando agli ultimi aggiornamenti, il picco del nuovo raffreddamento dovrebbe verificarsi tra il 27 e il 29 gennaio, quando sulle nostre regioni centro-settentrionali le temperature a 1500 metri potrebbero portarsi tra i 4 e gli 8 °C sotto la media del periodo (fig. 2, a destra). Trattandosi ancora una volta di aria fredda di origine marittima, non aspettiamoci le medesime anomalie anche nei bassi strati dell’atmosfera a meno della presenza di precipitazioni di cui, al momento, non è possibile inquadrare localizzazione e tempistiche con sufficiente attendibilità.



Per quanto riguarda poi la linea di tendenza, al momento non è possibile dare indicazioni attendibili perché dall’inizio di febbraio la divergenza degli scenari calcolati dalla modellistica numerica lascia intendere che il tempo dell’Italia si troverà in bilico tra un campo anticiclonico presente a ovest del nostro continente e discese moderatamente fredde che seguiteranno a scorrere lungo il bordo del medesimo campo anticiclonico: il coinvolgimento più o meno diretto della nostra penisola dipenderà, come sempre, da quanto si mostrerà ingombrante la figura di alta pressione e da quanto la stessa figura tenterà di allungarsi in latitudine.

Mappe di previsione per il 27-29 gennaio 2023


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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera