Nel tracciare la linea di tendenza relativa alla discesa della saccatura prevista per l’inizio della prossima settimana, di cui abbiamo iniziato a parlare nel precedente articolo, bisognerà valutare come evolverà l’azione congiunta di due «forze»: una che agirà in senso meridiano (nord-sud) spingendo la conca di bassa pressione di origine artica verso le basse latitudini e una che agirà in senso zonale (ovest-est) spostando la medesima saccatura verso levante.
Se dovesse prevalere la prima forza aumenterà la probabilità di avere anche alle nostre latitudini un cambiamento del tempo dalle caratteristiche prettamente invernali perché, in questo caso, si dilaterebbero i tempi per consentire non solo all’atmosfera di allestire al meglio il palcoscenico depressionario legato al sistema perturbato in arrivo, ma anche all’aria fredda di entrare sul Mediterraneo senza dover fare a gomitate per costruirsi la strada.
Se invece dovesse prevalere la seconda forza, la spinta occidentale a cui si legherebbe l’avanzata dell’Anticiclone delle Azzorre accelererebbe il transito della saccatura e di conseguenza si ridurrebbero i tempi di permanenza della complessa struttura ciclonica alle nostre latitudini: in questo caso si ridurrebbe così anche l’entità dell’apporto freddo verso le nostre regioni perché l’irruzione verrebbe messa in fuga da una massa d’aria più temperata di origine atlantica.
Nel ventaglio di soluzioni comprese tra questi due scenari ci sono ovviamente tutte le altre possibili sfumature che ne possono derivare cambiando il peso delle due componenti, cioè quella meridiana e quella occidentale.