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Scritto da Andrea Corigliano Giovedì 05 Gennaio 2023 00:00

TRA DOMENICA 8 E MARTEDÌ 10 GENNAIO LA PRIMA PERTURBAZIONE DELL’ANNO, SEGUITA DA UN MODESTO CALO TERMICO

Previsione media basata su 50 scenariL’Epifania, oltre alle feste, si porterà via anche l’anticiclone nord africano. Proprio durante il prossimo fine settimana, infatti, il flusso perturbato atlantico riuscirà a farsi strada anche sul Mediterraneo centro-occidentale inviando la prima perturbazione di questo 2023, iniziato nel campo termico sotto il segno di una pesante anomalia positiva.

L’abbassamento di latitudine delle correnti vorticose in uscita dal Ciclone d’Islanda avrà così il merito di chiudere una fase anticiclonica che ha mosso i primi passi intorno al 19-20 dicembre e di rendere l’evoluzione atmosferica di casa nostra un po’ più movimentata, dopo la lunga fase di stallo delle ultime due settimane. In base agli ultimi aggiornamenti, analizzati in chiave probabilistica per la distanza temporale che ancora ci separa dall’evento, sembra che il passaggio perturbato possa assumere connotati tardo autunnali perché, seppur andremo inevitabilmente incontro a un calo delle temperature, sarà probabilmente il freddo invernale a marcare ancora all’appello.

Il disegno barico che accompagnerà il passaggio del sistema frontale e delle annesse precipitazioni, che tra domenica 8 e martedì 10 dovrebbero interessare un po’ tutte le regioni, vedrà infatti in azione una saccatura che non sarà particolarmente ampia e che di conseguenza non riuscirà più di tanto a trascinare verso sud la massa di aria fredda di origine polare marittima che invece raggiungerà senza problemi l’Europa centrale, fino allo spartiacque alpino.

All’inizio della prossima settimana parte di questa massa d’aria entrerà certamente dalla Valle del Rodano e dalla porta della bora, ma come sempre accade quando c’è di mezzo il nostro baluardo alpino o le Alpi Dinariche, ci troviamo di fronte a un ostacolo orografico che trattiene il nucleo freddo più intenso al di là: è quindi intuibile che se sull’Europa centrale transiteranno probabilmente a 1500 metri (850 hPa) isoterme di -2/-3 °C (stima come valore medio), non si potrà pretendere chissà quali temperature alla stessa quota sulla verticale della nostra penisola.



Anche la previsione dell’anomalia termica valida per la stessa quota (si veda il riquadro) lascia intendere che il campo termico potrebbe al massimo oscillare intorno alla media climatologica del periodo o restare anche di qualche grado al di sopra: si tratterebbe quindi di uno scenario moderatamente perturbato che si inserirebbe però, come anticipato all’inizio, in un contesto più tardo autunnale che invernale. A seguire, è probabile una nuova rimonta anticiclonica da ovest che però, in base alle ultime elaborazioni dei modelli numerici, potrebbe essere solo temporanea. In sintesi: ci avviamo verso una fase meteorologica sicuramente più vivace – ed è certamente un primo passo – ma di segnali invernali veri e propri, che meritano di essere chiamati come tali, ancora non c’è traccia.

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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera