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Scritto da Andrea Corigliano Martedì 13 Dicembre 2022 17:00

ANCORA PERTURBAZIONI ATLANTICHE CON POSSIBILE NEVE DA ADDOLCIMENTO SU PARTE DEL NORD. A SEGUIRE L’ARRIVO DELL’ANTICICLONE NORD AFRICANO

Altezza isoterma 0°C mattina del 13 dicembre ore 11L’aria artica affluita soprattutto sulle nostre regioni centro-settentrionali nelle ultime 48 ore è già in procinto di lasciare il campo libero a un nuovo cambiamento del tempo, pilotato ancora una volta dalle correnti perturbate atlantiche in ingresso dal Mediterraneo occidentale. Un primo impulso sta interessando in particolare il Centro-Sud con precipitazioni piuttosto diffuse e un secondo seguirà a ruota tra giovedì 15 e venerdì 16 dicembre, quando risulteranno più coinvolte dal passaggio perturbato anche le regioni del Nord. La situazione relativa all’altezza dello zero termico di questa mattina fotografava molto bene gli effetti del cambiamento di circolazione ormai in atto al Centro-Sud (fig. 1): mentre sulle due Isole Maggiori l’afflusso di aria molto mite in arrivo dalle latitudini subtropicali marittime portava questa altezza oltre i 3000 metri, sul settore centro-occidentale della Pianura Padana questa quota giaceva praticamente al suolo ed evidenziava la presenza del cuscinetto di aria fredda che si è andato formando proprio negli ultimi due giorni, a seguito dell’irruzione.

Ora, su questo strato a temperatura negativa andrà a scorrere in modo un po’ più convinto – rispetto a quanto accaduto tra la scorsa notte e questa mattina – l’aria più temperata e umida legata proprio all’arrivo del secondo impulso. La carta del tempo prevista per il primo pomeriggio di giovedì 15 (fig. 2, a sinistra) mostra infatti un’azione più diretta della nuova circolazione ciclonica che, con un minimo di circa 992 hPa, si collocherà in prossimità del Golfo del Leone: da questa posizione il flusso meridionale che precederà il passaggio della perturbazione potrà costruire nubi e precipitazioni anche sul Nord Italia dove le condizioni ambientali, seppur deteriorate rispetto ad oggi per quanto riguarda il mantenimento di temperature al di sotto dello zero, potranno ancora favorire su alcuni settori nevicate per lo più deboli fino a quote molto basse o di pianura.

La previsione dello stato termico nella media e bassa troposfera ci permette di dare alcune indicazioni di massima di una situazione che, come spesso accade, si presenta al limite tra «neve sì» e «neve no». Le aree in cui infatti la colonna d’aria dovrebbe mantenere una temperatura oscillante intorno a 0 °C, sia a 1500 metri e sia a 6-700 metri, sono quelle che includono principalmente il Piemonte, l’entroterra ligure del centro-ponente, la Lombardia occidentale e il Trentino Alto Adige (fig. 2, a destra). Sono quindi questi i settori in cui la modellistica numerica sta cercando di definire nel modo più realistico possibile il tipo di precipitazione che potrebbe verificarsi, tenendo proprio conto del delicato equilibrio termico in cui si troveranno a cadere i fiocchi di neve.

Una simulazione valida per la seconda parte di giovedì mostra proprio il ventaglio di soluzioni calcolate sul tipo di precipitazione prevista (figg. 3 e 4): si va dalla neve alla neve bagnata e dalla neve mista a pioggia alla neve granulosa, passando per l’insidiosa pioggia congelantesi come nel caso dell’Appennino ligure e di quello settentrionale. Una previsione che, anche se soggetta a incertezza proprio per l’impossibilità da parte del modello di essere «preciso» ancor più in situazioni come queste, in quanto variegata fornisce proprio un quadro molto chiaro di una condizione termica che si trova al limite e che quindi mina la conservazione dei fiocchi fino in pianura.

In altre parole, cadranno fiocchi i neve e cadranno fiocchi in fase di trasformazione, fino alla loro completa fusione in gocce di pioggia: si può quindi ben capire che prevedere accumuli, in situazioni simili, diventa un terno al lotto che rende anche poco scientifica la previsione.



In chiave probabilistica, possiamo solo dire che i settori in cui la probabilità di avere neve asciutta sarà più elevata (>75%) saranno soprattutto quelli più prossimi alle aree montuose, dal Piemonte al Trentino Alto Adige (fig. 5), ma anche in questo caso con il passare delle ore la lama calda del respiro meridionale penderà sempre più come una sorta di «spada di Damocle» sul cristallo di neve che, temerario, avrà sfidato già una colonna d’aria dall’equilibrio termico precario. Passata questa fase, andrà poi delineandosi un graduale miglioramento delle condizioni atmosferiche con l’espansione, verso il Mediterraneo centro-occidentale, dell’anticiclone nord africano: avremo modo, in un prossimo intervento, di definire meglio questa nuova fase.

Evoluzione attesa per il 15 dicembre 2022

Tipo di precipitazione attesa il pomeriggio del 15 dicembre 2022
Tipo di precipitazione attesa la sera del 15 dicembre 2022
Probabilità di nevicate per il 15 dicembre 2022

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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera