PER TUTTI – Nelle previsioni pubblicate ieri abbiamo trattato la probabile localizzazione dei fenomeni intensi che accompagneranno il passaggio di questa prima perturbazione autunnale e, a tal proposito, abbiamo indicato l’area del medio-basso Tirreno compresa grosso modo tra Lazio e Campania come la più esposta a fenomeni particolarmente intensi e persistenti. In questo articolo desidero approfondire con voi questo aspetto per farvi capire il motivo per cui andremo incontro a questa dinamica che, ormai con buona probabilità, sarà potenzialmente foriera di pesanti criticità. Come sempre, per capire che cosa succederà a scala locale, dobbiamo guardare l’evoluzione a più ampia scala e ampliare gli orizzonti fin oltre le Colonne d’Ercole: si troverà qui, infatti, la sorgente principale del vapore acqueo che sarà responsabile delle copiose precipitazioni che andranno a cadere molto probabilmente sulle aree che abbiamo prima menzionato.
La situazione prevista in quota proprio tra domani (domenica 25) e lunedì 26 settembre mostra l’affondo di una vasta conca di bassa pressione fin verso le coste nord-occidentali africane (fig. 1): la curvatura del flusso, che proprio in questo settore subirà un’accelerazione per muoversi lungo il lato ascendente del canale depressionario alla volta dell’Italia, sarà tale da pescare aria calda e umida proprio dalle latitudini subtropicali. La previsione dell’acqua totale presente nella colonna troposferica, espressa in chilogrammi su metro quadro (e quindi in millimetri su metro quadro se tutto il vapore acqueo dovesse condensare e cadere) ci mostra proprio come la traccia del flusso umido abbia come sorgente un’area particolarmente ricca di vapore acqueo presente intorno alle Isole Canarie (fig. 2): per tutto il periodo compreso in particolar modo tra le ore 12 UTC (le ore 14 locali) di domenica 25 e le ore 00 UTC (le ore 2 locali) di martedì 27 questa sorgente alimenterà il flusso di vapore acqueo diretto verso le nostre regioni meridionali e in modo particolare verso il Lazio e la Campania, dove questo scorrimento dovrebbe rimanere bloccato per circa ventiquattro ore ed evidenziare quindi come su queste aree sarà massimo il potenziale per avere precipitazioni davvero significative.
Anche la previsione di eventi estremi applicata alle diverse grandezze meteorologiche avvalora questo scenario (fig. 3, a sinistra): l’EFI, cioè l’Extreme Forecast Index, associa al flusso umido appena presentato caratteristiche di pesante anomalia, al limite dell’eccezionalità, sul Tirreno centro-meridionale e sull’area peninsulare compresa tra Lazio, Campania, Abruzzo e Molise. La forzante dinamica che consentirà a questo fiume d’aria molto umida di condensare in nubi e precipitazioni sarà la convergenza al suolo delle correnti di ostro che, proprio davanti alle coste del medio-basso Tirreno, ruoteranno a libeccio e convergeranno verso l’area appenninica (foto nel riquadro). Alla forzante dinamica si sommeranno così gli effetti di una forzante orografica che sbarrerà il flusso (stau), esaltandone ulteriormente i moti verticali.