Quando parliamo di «tempesta equinoziale» intendiamo una precisa fase della dinamica atmosferica che nei peggioramenti dello stato del tempo abbandona ormai definitivamente le caratteristiche estive per abbracciare quelle autunnali. Se infatti nella stagione calda sono soprattutto le correnti convettive a formare le idrometeore all’interno di una nuvolosità a prevalente sviluppo verticale che nasce dal contrasto tra aria più fresca in arrivo e aria più calda preesistente, nella stagione fredda le precipitazioni si organizzano attorno a una vera e propria perturbazione, cioè a un sistema nuvoloso più complesso che per nascere richiama masse d’aria di diversa natura: una calda proveniente dalle latitudini subtropicali e una fredda di origine polare o artica.
Alle nostre latitudini questa situazione si verifica quando sull’Europa centro-meridionale – e quindi anche in area mediterranea – la pressione atmosferica subisce un vistoso e diffuso calo a tutte le quote: è questo il segnale che lascia intendere ormai terminato il dominio incontrastato della fascia anticiclonica subtropicale e segna l’avvento del flusso perturbato atlantico che in questo modo non trova più ostacoli nella sua propagazione verso sud.
Tra sabato 24 e martedì 27 settembre sul palcoscenico del Mare Nostrum andrà in scena questo passaggio chiave per la nuova stagione che dal punto di vista astronomico debutterà venerdì 23: la formazione di un’ampia conca di bassa pressione, in approfondimento e in evoluzione meridiana fino alle coste nord-africane occidentali, che esporrà l’Italia a correnti perturbate (vedi figura).
Ecco che allora le precipitazioni, dall’essere per lo più localizzate come avviene in estate, diventano diffuse e più estese nel tempo, tanto da causare a fine evento cumulate anche abbondanti.