PER TUTTI – Nel promemoria pubblicato ieri ho sintetizzato quali sono le incertezze che di solito intaccano una previsione a lungo termine riguardante la discesa di una massa d’aria in arrivo dalle alte latitudini. Oggi, invece, desidero farvi osservare l’applicazione di questa sorta di «regola» al caso evolutivo che andremo ad analizzare nei prossimi giorni e che potrebbe comportare, per il tempo alle nostre latitudini, la seconda spallata alla stagione estiva dopo quella verificatasi poco dopo Ferragosto. In figura sono rappresentati due passaggi chiave della dinamica atmosferica che, a scala continentale, potrebbero verificarsi tra il 16 e il 20 settembre.
Il primo passo (immagine a sinistra) riguarda la previsione sulla discesa di aria piuttosto fresca, di origine artico-marittima, che verrebbe pilotata verso l’Europa centrale dall’azione congiunta di due ingranaggi barici: uno di alta pressione che, facente capo all’anticiclone delle Azzorre, potrebbe collocarsi nei dintorni delle Isole Britanniche e uno di bassa pressione che collocherebbe il proprio centro motore sulla penisola scandinava. Nel suo movimento verso sud sarà quindi inevitabile per l’aria fredda incontrare il baluardo alpino, ma il parziale sfondamento sulla Francia del flusso settentrionale potrebbe lasciare aperta l’ipotesi che una parte della massa d’aria possa entrare sul Mediterraneo passando dal Golfo del Leone e quindi creare i presupposti per una ciclogenesi sottovento sul Golfo Ligure.
Questo tipo di evoluzione compare però solo in alcuni scenari ed è quello che sarebbe associato ad un cambiamento più drastico ed organizzato dello stato del tempo, dal momento che permetterebbe una più diretta interazione tra masse d’aria dalle caratteristiche diametralmente opposte (artico marittima e subtropicale continentale) al di sopra di una superficie marina ancora molto calda.
Non abbiamo però al momento una buona attendibilità associata a questo scenario: essendo infatti una ciclogenesi orografica un particolare relativo a un disegno barico che si sviluppa a piccola scala, la distanza temporale che si separa dal 16-17 settembre ci invita ancora alla prudenza anche perché la modellistica lascia ancora in piedi ipotesi secondo cui una posizione un po’ più orientale del campo di alta pressione potrebbe ridurre il parziale sfondamento dell’aria fredda sulla Francia e quindi proietti una possibile ciclogenesi al suolo più a est: in questo caso, verrebbe meno il coinvolgimento in eventuali fenomeni delle regioni occidentali.