Continua la conquista dei secondi posti del podio da parte delle anomalie mensili della temperatura, calcolate dal 1800. Dopo maggio e giugno che sono stati i secondi più caldi dopo il 2003, anche il mese di luglio che si è appena concluso è stato, secondo le analisi condotte dall’ISAC-CNR di Bologna, il secondo più caldo con un’anomalia a scala nazionale che ha raggiunto il valore di +2.26 °C rispetto al clima 1991-2020 (fig. 1).
Resiste quindi per appena 0.19 °C il primato assoluto che appartiene al luglio 2015, ma viene superata di 0.67 °C l’anomalia di luglio 2003 che arrivò a +1.59 °C. Grazie a questo superamento, l’anomalia termica media relativa al trimestre maggio-luglio 2022 diventa molto simile a quella registrata nell’analogo trimestre del 2003 da cui, volendo essere pignoli, si discosta di +0.02 °C (+2.32 °C nel 2022 e +2.30 nel 2003): si tratta di un risultato potenzialmente atteso dal momento che, come abbiamo potuto costatare nell’analisi delle anomalie della circolazione sull’area mediterranea pubblicata recentemente, il periodo maggio-luglio di quest’anno ha osservato in quota condizioni atmosferiche caratterizzate da un segnale subtropicale più intenso rispetto a quello che si è verificato nel 2003, nel corso dello stesso periodo.
Dal punto di vista pluviometrico, prosegue la crisi idrica (fig. 2). Registriamo un deficit – sempre rispetto al clima 1991-2020 – che a scala nazionale continua a porre il 2022 come anno più secco dal 1800, dietro al 2017 e al 2003: nei primi sette mesi di quest’anno è stato raggiunto uno scarto rispetto alla cumulata pluviometrica parziale, calcolata fino a luglio, pari a -46% e quindi, grosso modo, persiste una situazione che evidenzia in pratica la mancanza quasi della metà delle precipitazioni che sarebbero dovute cadere da gennaio a oggi.
![]() |
![]() |