Questo titolo sintetizza, in modo molto chiaro, un esempio di disinformazione meteorologica in piena regola che dimostra quanto siamo ancora lontani – se mai un giorno si riuscirà a raggiungere l’obiettivo – dai concetti meteo-climatologici di base che dovrebbero far parte del bagaglio culturale di ogni singolo cittadino e quanto si strizzi ancora l’occhio al sensazionalismo. Partiamo dai concetti base, che sono due. Il primo è… «La neve (a bassa quota) che non ti aspetti»… come se si fosse trattato di una sorpresa.
L’evento in corso è stato inquadrato dalla modellistica numerica con ampio anticipo (4 giorni) e, aggiornamento dopo aggiornamento, i calcolatori hanno definito sempre più nei dettagli la dinamica fredda che si è poi effettivamente realizzata. L’elevata probabilità di avere nevicate fino in collina, vista l’entità dell'irruzione artica, era nella previsione che si è poi verificata. Per cui la neve a bassa quota me la aspettavo eccome!
Il secondo è… «La primavera arriva da martedì». No, non è vero. Oggi è il 2 aprile e siamo già entrati da un mese nella primavera meteorologica e da poco più di dieci giorni in quella astronomica. La primavera è una stagione di transizione, in cui si possono alternare fasi miti e stabili ad altre fredde e instabili. Queste ultime sono i “colpi di coda dell’inverno” e rientrano a pieno titolo nelle dinamiche atmosferiche che possono aversi di questo periodo: in primo luogo è la climatologia a farcelo presente, mentre se vogliamo dare credito anche ai proverbi popolari possiamo scomodare quello che recita… “Aprile, non ti scoprire”. Purtroppo è ancora molto radicata la convinzione che la primavera è sinonimo di sole e di temperature miti, ma non è affatto così.