Dopo un inizio decisamente mite gennaio si appresta a rientrare in carreggiata e a proporre un tipo di tempo più consono al periodo. Il campo anticiclonico che ci ha traghettato nel nuovo anno è ormai in fase di definitiva attenuazione e sta lasciando campo libero al flusso perturbato atlantico che tra domani (mercoledì 5) e la fine della prima decade di questo mese invierà sul Mediterraneo centrale alcuni impulsi perturbati, seguiti da aria fredda. La configurazione barica media che ci interesserà in questo periodo sarà così impostata da una saccatura centrata proprio sull’Italia (fig. 1, a sinistra) che sarà alimentata da due distinti flussi: quello di estrazione artico marittima che seguirà il passaggio di una perturbazione in transito tra domani e il 6 gennaio e quello di estrazione polare marittima che subentrerà probabilmente a seguito del passaggio di un nuovo sistema frontale in arrivo nel fine settimana.
Entreremo così in una fase meteorologica caratterizzata da temperature che, a circa 1500 metri di quota, si porteranno di qualche grado al di sotto della media climatologica del periodo con gli scarti negativi maggiori, stimabili intorno a 3-4 °C in meno rispetto alla norma, che interesseranno in particolare le Alpi, il versante adriatico centro-settentrionale e la Sardegna (fig. 1, a destra). Entriamo ora un po’ più nel dettaglio analizzando l’evoluzione prevista nelle prossime 48 ore, quando saremo interessati da una prima perturbazione seguita da aria artico marittima. La carta del tempo prevista per domani (mercoledì 5) mostra il sistema frontale vincolato al minimo orografico di 1000 hPa che nel primo pomeriggio si posizionerà sul Golfo Ligure e che da questa posizione disporrà ad arco il fronte caldo sul Nord-Est e quello freddo tra il Tirreno centro-settentrionale e la Sardegna, a segnare il primo ingresso dell’aria artica dal Golfo del Leone (fig. 2, a sinistra).
Con il trascorrere delle ore e con lo spostamento del vortice verso sud-est, l’aria fredda inizierà ad affluire anche sulle regioni settentrionali grazie all’attivazione di intensi venti di bora sull’Adriatico settentrionale che porteranno, a circa 1500 metri, un marcato calo termico sul Nord-Est stimabile in circa 8-10 °C tra la sera di mercoledì 5 e la notte su giovedì 6, tanto che su Emilia Romagna, Lombardia orientale e Triveneto potrebbero giungere isoterme di -3/-5 °C (fig. 2, a destra). Associato a precipitazioni in fase di attenuazione, questo campo di temperatura favorirà anche un drastico calo della quota dello zero termico e della quota neve non solo sulle Alpi centro-orientali e sull’Appennino settentrionale ma anche sulla verticale della pianura tanto da non escludere la possibilità che, proprio tra la notte e la mattina del 6 gennaio, qualche episodio di pioggia mista a neve o occasionalmente solo neve possa manifestarsi fino a quote pianeggianti tra Emilia centro-orientale, Veneto e Friuli Venezia Giulia prima della definitiva cessazione dei fenomeni.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera