La lunga parentesi perturbata iniziata nel corso della terza di novembre sta per chiudersi con il passaggio dell’ultima intensa perturbazione che attualmente impegna soprattutto il Sud e il versante adriatico centrale. Da lunedì l’espansione sempre più decisa da ovest dell’alta pressione delle Azzorre riporterà la colonna troposferica nelle condizioni di stabilità che proseguiranno probabilmente per almeno i successivi 7-10 giorni grazie anche all’intervento del promontorio nord africano che avrebbe tutta l’intenzione di sostituire l’anticiclone atlantico dalla seconda parte della prossima settimana. In figura è rappresentata la previsione media di ensemble della configurazione sinottica prevista a cavallo tra la seconda e la terza decade di dicembre ed elaborata dal sistema probabilistico del Centro Europeo.
Senza entrare nei dettagli relativi alle caratteristiche della figura barica, è importante osservare come il segnale dominante emerso dalle elaborazioni modellistiche metta in evidenza un’ampia oscillazione delle correnti portanti, in cui a due saccature si interporrebbe un promontorio. In gergo tecnico, in queste situazioni si parla di “configurazione di blocco a omega” perché la forma del disegno (saccatura-promontorio-saccatura) ricorda la famosa lettera dell’alfabeto greco. In altre parole quella campana di alta pressione, centrata con i suoi massimi in quota e al suolo nei dintorni del Mare del Nord, bloccherebbe di fatto l’ingresso da ovest del flusso perturbato atlantico.
Tenendo conto di come avviene la circolazione delle masse d’aria nel nostro emisfero, cioè in senso orario attorno ai campi di alta pressione, è facile vedere come quella vasta figura anticiclonica agevoli sul suo ramo ascendente la risalita di aria mite dalle latitudini subtropicali verso quelle polari (frecce rosse) e sul suo ramo discendente il movimento di aria fredda in direzione opposta (frecce blu). Perché, allora, nel titolo di questo articolo è stato scritto che… «a lungo termine il tempo sull’Italia sarà legato alle vicissitudini di un vasto e forte anticiclone»? Perché le soluzioni calcolate dai modelli numerici relative alla forma di quel promontorio, che insieme costruiscono lo scenario medio qui rappresentato, sono discretamente numerose. Quella previsione media, infatti, è solo la dimostrazione dell’esistenza di un segnale che va ad indicare la probabile formazione di un promontorio di blocco, senza dire però ancora quale sarà la soluzione più probabile relativa alla forma, all’intensità, alla forza dell’espansione meridiana e all’inclinazione del suo asse (linea nera).
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera