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Scritto da Andrea Corigliano Venerdì 26 Novembre 2021 16:00

ARIA ARTICO-MARITTIMA IN ARRIVO: LE SUE CARATTERISTICHE E LE CONSEGUENZE SULLO STATO DEL TEMPO

Analisi del 26 Novembre 2021La situazione in atto nelle prime ore di questa mattina sull’Europa e sul vicino Oceano Atlantico vedeva ormai l’irruzione di aria artico-marittima raggiungere con la sua parte più avanzata le Isole Britanniche, dopo aver percorso quel canale impostato dall’intenso gradiente barico orizzontale che gradualmente si è venuto a formare tra l’espansione dell’Anticiclone delle Azzorre a ovest e una depressione a est, in procinto ora di portarsi sul Mare del Nord (vedi figura). Come abbiamo detto nell’analisi di ieri, tra domenica e martedì una parte di questo flusso raggiungerà anche il Mediterraneo e l’Italia, causando un apprezzabile calo termico e dando vita a un tempo spiccatamente instabile. Questa massa d’aria, muovendosi infatti al di sopra della superficie oceanica che presenta una temperatura più elevata rispetto a quella ambientale, modifica gradualmente il proprio profilo termico verticale perché si scalda dal basso man mano che abbandona la zona di origine e si sposta verso le basse latitudini. Dai principi basilari della fisica dell’atmosfera sappiamo che una colonna troposferica con “aria fredda” in quota e “aria mite” nei bassi strati rappresenta la condizione ideale per dar vita a moti convettivi, cioè a un movimento ascendente dell’aria che muovendosi dal basso verso l’alto dà luogo alla formazione di nubi a sviluppo verticale.



In effetti quelle nubi a ciottolato o a foggia di nido d’ape, che osserviamo sull’immagine satellitare riferita alle Isole Britanniche alle ore 12 locali di oggi (vedi nel riquadro), sono la dimostrazione visiva che ormai la parte più avanzata dell’irruzione artico-marittima è in procinto di raggiungere la terraferma continentale. Da quelle nubi si sviluppano i rovesci di pioggia, di neve e di grandine di piccole dimensioni che interesseranno buona parte dell’Italia tra domenica e martedì, man mano che l’aria artica si sarà propagata a tutta la penisola. Sarà proprio la precipitazione a contribuire per gran parte al calo della temperatura perché, grazie alle idrometeore, l’aria fredda presente in quota troverà un mezzo molto efficiente per raggiungere in poco tempo anche i bassi strati, raffreddandoli: a tal proposito, si parla di "rovesciamento dell'aria fredda" dall'alto verso il basso proprio per dare l'idea di quanto possa essere anche sensibile la diminuzione della temperatura in queste situazioni. In secondo luogo, l’intensità dei rovesci e la loro eventuale persistenza su una determinata area giocheranno un ruolo fondamentale nel condizionare la quota dello zero termico che, proprio in questi stati particolarmente movimentati e irrequieti dell’atmosfera, può subire apprezzabili variazioni nel tempo e nello spazio e spingere così la caduta dei fiocchi anche a quote inferiori a quelle che sono magari indicate in una previsione: d’altro canto, l’intensità di un rovescio è una caratteristica imprevedibile della dinamica atmosferica e di conseguenza diventa soggetta a un margine di incertezza crescente la previsione relativa alla quota a cui potrebbe spingersi il limite di una nevicata.


Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!

Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera