Utilizzando l’approccio probabilistico alla previsione del tempo è possibile cogliere quale sarà il segnale dominante che caratterizzerà la dinamica atmosferica a lungo termine, durante la seconda settimana di novembre. Tenendo conto delle ultime elaborazioni fornite dal sistema di ensemble del modello del Centro Europeo ECMWF, si evince che il flusso perturbato atlantico tornerà a scorrere molto probabilmente alle alte latitudini (fig. 1), mentre sull’Europa centro-occidentale prenderà forma un segnale anticiclonico piuttosto robusto facente capo all’alta pressione delle Azzorre.
Il disegno barico inquadrato dall’anomalia del geopotenziale a 500 hPa ci mostrerà quindi una situazione sfavorevole all’ingresso sul Mediterraneo occidentale delle perturbazioni atlantiche che proprio sulla penisola iberica e sulla Francia troveranno nella figura anticiclonica un ostacolo difficilmente superabile.
Solo sull’entroterra nord africano tra Algeria e Tunisia e sul settore del Mare Nostrum intorno alle nostre due Isole Maggiori insisterà probabilmente una circolazione ciclonica secondaria, legata a ciò che resterà della saccatura che ha accompagnato il passaggio della perturbazione degli ultimi due giorni (3 e 4 novembre) e che stiamo seguendo nelle analisi passo dopo passo nella sua evoluzione a goccia fredda.
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera