Sul finire della settimana che si appresta a iniziare si aprirà una nuova fase meteorologica che sarà caratterizzata da un probabile cambio di scenario sul palcoscenico euro-atlantico. Tra le correnti perturbate pilotate dal Ciclone d’Islanda e il nostro continente, infatti, l’atmosfera interporrà la cresta di un’ondulazione piuttosto sviluppata in senso meridiano che metterà un freno al flusso zonale, responsabile del continuo via-vai di sistemi nuvolosi. Come è noto, queste configurazioni sinottiche favoriscono la discesa verso sud di aria fredda che viene prelevata dalle latitudini polari o dalle aree continentali dove, proprio come sta succedendo in questi giorni, possono stazionare masse d’aria dalle caratteristiche particolarmente gelide.
Se guardiamo all’Italia, dare per probabile a grande scala un simile disegno barico ancora valutato come linea di tendenza non equivale a dare per probabile l’arrivo di un’ondata di gelo perché, come sempre, le differenze tra le diverse sfumature del freddo che possono interessarci potranno essere azzerate solo quando la modellistica numerica avrà ricalcolato tante volte la forma della figura anticiclonica fino al momento in cui tutte le soluzioni proposte, convergendo tra di loro, avranno trovato un punto d’incontro.
Ci sono tanti aspetti, infatti, da considerare e che devono essere valutati man mano che evolverà questa nuova situazione: possiamo per esempio considerare la forza della spinta meridiana che andrà a costruire la cresta anticiclonica, la sua ampiezza e la sua estensione, la durata dei legami con altre figure anticicloniche presenti alle alte latitudini, la variazione dell’inclinazione dell’asse del promontorio durante l’evento e la solidità della base subtropicale su cui poggiano sempre queste configurazioni che isolano il continente dalla circolazione oceanica. A tutte le diverse combinazioni dei pesi di questi fattori è associata la vasta gamma di “dosi di freddo” rivolte alla nostra penisola perché non c’è nulla di lineare nel tracciare il percorso di una massa d’aria quando il suo cammino dipende da una concatenazione di molteplici variabili che si presentano su scala sinottica.