Nell’articolo pubblicato domenica avevamo accennato a un nuovo passaggio perturbato che si sarebbe fatto strada sul Mediterraneo nel corso del prossimo fine settimana, a seguito della fase relativamente più stabile e mite che da ovest sta avanzando proprio in queste ore anche sull’Italia. La modellistica numerica, aggiornamento dopo aggiornamento, ha sempre confermato questo scenario per cui è ormai molto probabile che tra sabato 30 e domenica 31 gennaio l’ennesimo sistema frontale di questa dinamica stagione invernale porti nuove precipitazioni a spasso per la nostra penisola.
Tuttavia, nei continui ricalcoli che i modelli di previsione hanno effettuato, c’è stato un aspetto che ritengo interessante e che vorrei portare alla vostra attenzione. Sebbene il segnale dell’ingresso perturbato accompagnato da una circolazione depressionaria si sia mantenuto intatto, la questione sull’ingresso dell’aria fredda alle nostre latitudini a seguito della perturbazione è rimasta aperta praticamente fino a questa mattina per colpa di… un tassello di quell’intricato puzzle che l’atmosfera incastra per formare gli scenari su cui poi si elaborano le previsioni.
Vediamo di che cosa si tratta, partendo dalle previsioni di ensemble della temperatura a 850 hPa (circa 1500 metri) scelte per esempio sulla verticale di Verona e proponendo il confronto tra quelle relative alla corsa modellistica elaborata ieri (26 gennaio) alle ore 06Z e quelle relative alla corsa modellistica elaborata oggi (27 gennaio), sempre alla stessa ora.Considerando i calcoli di 24 ore fa (figura 1, a sinistra), si può osservare come proprio a cavallo tra il 31 gennaio e il 1° febbraio la maggior parte degli scenari segnalasse un calo termico dovuto proprio all’ingresso di aria fredda che sarebbe affluita a seguito della perturbazione: un tale comportamento avrebbe potuto indurci a ritenere piuttosto probabile almeno una modesta diminuzione delle temperature. Se teniamo invece conto delle elaborazioni di questa mattina (fig. 1, a destra), la quasi totalità dei nuovi scenari non contempla più questa evoluzione ed il calo termico si limiterebbe semplicemente all’ingresso di aria più fresca di origine atlantica, come indicato dalla freccia blu rivolta verso il basso. C’è una spiegazione a questo comportamento della modellistica numerica? Avremmo potuto intuire che le previsioni di ensemble di ieri potevano subire ancora correzioni anche sostanziali e quindi che ancora non poteva essere sciolta la prognosi su un’eventuale ingresso di aria fredda? Per rispondere a queste domande, dobbiamo ampliare i nostri orizzonti e osservare la configurazione sinottica sull’area euro-atlantica.
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