I barometri in Italia registrano attualmente una pressione atmosferica i cui valori oscillano grosso modo tra i 1022 e i 1027 hPa. Il campo barico è quindi tipico di una struttura anticiclonica non particolarmente intensa che si è affermata nelle ultime 24 ore da ovest e che segue l’irruzione di aria fredda ormai allontanatasi verso levante.
Non si tratterà però di una figura di alta pressione capace di stabilizzare il tempo a lungo, come ci viene testimoniato anche dall’immagine satellitare di oggi pomeriggio alle ore 16 che lascia già intuire come i primi segnali di un nuovo cambiamento del tempo cominciano a farsi strada sul Mediterraneo centro-occidentale (figura 1).
Sulla nostra penisola non troviamo infatti un cielo interamente sgombro da nubi su tutto il territorio, ma una nuvolosità che si sviluppa alle basse quote e che, proprio perché interessa in modo particolare i versanti ligure e tirrenico, testimonia come su questi settori iniziano ad avanzare le prime infiltrazioni di aria umida di origine atlantica che viaggiano, ancora in maniera non molto convinta e organizzata, nel letto delle correnti occidentali.
Nei prossimi giorni le perturbazioni atlantiche torneranno gradualmente a interessare così la nostra penisola con il loro carico di precipitazioni che risulteranno piovose in pianura e sulla maggior parte delle quote appenniniche e nevose sull’arco alpino: andremo quindi incontro a un peggioramento che si strutturerà strada facendo e che raggiungerà molto probabilmente la fase matura nella seconda parte di questa settimana, quando l’Italia si troverà inglobata in una vasta e profonda circolazione ciclonica che abbraccerà tutto il settore centro-occidentale europeo e che vedrà il proprio perno in quel lobo del Vortice Polare di cui abbiamo seguito l’evoluzione nelle ultime analisi (figura 2).
In particolare, venerdì 22 gennaio risulterà probabile anche una ciclogenesi secondaria tra il Golfo del Leone e il Golfo Ligure che renderà più fitta la disposizione delle isobare passanti per la nostra penisola. Le condizioni di maltempo generalizzato che interesseranno una buona parte del nostro continente risulteranno particolarmente marcate tra le Isole Britanniche e la penisola scandinava, dove secondo gli ultimi calcoli della modellistica numerica la pressione centrale della circolazione ciclonica potrebbe raggiungere valori barici compresi tra 950 e 960 hPa e quindi generare venti davvero tempestosi.