Ci stiamo lasciando alle spalle la fase di maltempo che, ad eccezione di poche giornate, ci accompagna ormai dal giorno di Natale e che, continuamente alimentata da aria fredda di natura prevalentemente artica, ha continuato a interessare buona parte del bacino centro-occidentale del Mediterraneo impegnandolo in condizioni spesso invernali su Francia e Spagna e ponendolo al confine tra il freddo e la mitezza sulla nostra penisola, dove solo le regioni settentrionali e marginalmente quelle centrali sono state coinvolte dalla circolazione settentrionale in modo più diretto e continuo. Con l’allontanamento verso levante della saccatura che è stata responsabile di queste condizioni meteorologiche, l’atmosfera andrà ora alla ricerca di un nuovo equilibrio che farà parzialmente cambiare la configurazione sinottica proprio alle nostre latitudini (figura 1).
La spinta da ovest dell’anticiclone delle Azzorre a cui andremo incontro nelle prossime 24-36 ore farà aumentare il campo di pressione soprattutto sul versante occidentale italiano, anche se da parte di questa figura barica non ci sarà l’intenzione di conquistare la nostra penisola in maniera decisa per apportare condizioni di stabilità duratura. L’area anticiclonica si espanderà parzialmente anche verso le Isole Britanniche e, assumendo questa posizione un po’ allungata verso nord, avrà due effetti sull’evoluzione del tempo a scala sinottica: da un lato esporrà l’Italia a un flusso un quota nord-occidentale che porterà i fenomeni più significativi sul versante estero dell’arco alpino e dall’altro funzionerà da scivolo per un impulso artico che per il pomeriggio di mercoledì 15 gennaio è previsto collocarsi sul Mar Baltico e che da qui dovrebbe incamminarsi verso sud-est per iniziare a ricevere, sul suo quadrante settentrionale, contributi di aria gelida in uscita dall’anticiclone russo. Ventiquattro ore dopo arriviamo al pomeriggio di giovedì 14 gennaio (figura 2): la circolazione artica raggiungerà i Balcani, ma la permanenza in quota di un flusso teso da nord-ovest sull’Italia non incentiverà l’estensione della massa d’aria molto fredda verso le nostre regioni: solo il versante adriatico, più vicino all’area balcanica, risentirà marginalmente di questa circolazione, mentre i versanti occidentali saranno ancora sotto un’influenza piuttosto marginale del campo anticiclonico.
Questa evoluzione è altamente didattica perché ci permette di capire quanto è complicato l’arrivo di un’irruzione fredda verso la nostra penisola e come evoluzioni tipo questa devono quindi essere seguite sempre passo dopo passo. In questo caso è infatti interessante notare come per giovedì 14 gennaio l’aria molto fredda sia a un passo dalle nostre regioni solo perché un anticiclone un po’ troppo invadente da ovest offrirà resistenza. In questo immenso puzzle che ogni giorno la dinamica atmosferica incastra in modo certosino, la tessera mancante per portare la nostra penisola a essere interessata da una dinamica dalle caratteristiche invernali sarà inserito da un modesto impulso atlantico che, con la sua debole circolazione ciclonica, si inserirà nel letto delle correnti nord-occidentali in quota erodendo però il fianco stesso dell’alta pressione delle Azzorre. Nel frattempo, si rafforzerà sulla penisola scandinava il ramo occidentale dell’anticiclone russo che continuerà a inviare aria gelida verso l’Europa balcanico-danubiana.