Oggi parliamo dell’uso di un verbo che di solito non viene quasi mai utilizzato perché al suo posto, in modo inappropriato, se ne usa un altro. Quante volte abbiamo letto che la neve si scioglie e non che la neve fonde? Quante volte abbiamo sentito parlare dello scioglimento dei ghiacci e non della fusione dei ghiacci? Se può apparire una pignoleria puntualizzare sull’uso scientificamente corretto del verbo “FONDERE” e del verbo “SCIOGLIERE” in un qualunque contesto, bisogna sapere che in realtà il loro significato è profondamente diverso per ragioni chimico-fisiche. Per spiegare il verbo “FONDERE” partiamo dalla presentazione degli stati in cui si trova la materia: STATO SOLIDO, STATO LIQUIDO e STATO GASSOSO. L’acqua, in questi tre stati, si presenta rispettivamente sotto forma di ghiaccio quando per esempio la estraiamo in cubetti dal congelatore, sotto forma di liquido quando la versiamo in un bicchiere e sotto forma di vapore quando la vediamo uscire dalla pentola e ci avvisa che possiamo buttare la pasta. Se ci soffermiamo nei primi due stati prendendo proprio l’acqua come materia di nostro interesse, la figura in alto ci mostra come il passaggio dallo stato solido a quello liquido possa avvenire tramite la somministrazione di calore che, come ci insegna la fisica, è una forma di energia. Se il nostro cubetto estratto dal congelatore si trova per esempio a una temperatura di -20 °C, il calore inizialmente somministrato è necessario per fare aumentare la temperatura del cubetto fino a 0 °C: questo calore si chiama CALORE SENSIBILE perché determina un aumento della temperatura del nostro cubetto di ghiaccio. Quando questo valore termico viene raggiunto, un ulteriore apporto di energia fa iniziare il processo di FUSIONE, cioè avvia il passaggio di stato in cui la temperatura non aumenta più e rimane costante, sempre fissa a 0 °C, fino a quando tutto il ghiaccio non diventa acqua in forma liquida: questo calore si chiama CALORE LATENTE DI FUSIONE proprio perché non influisce minimamente sulla temperatura del corpo, ma agisce trasformando il suo stato che in questo caso passa da SOLIDO a LIQUIDO. In una forma o nell’altra, stiamo parlando solo di acqua che prima era sotto forma di ghiaccio e che adesso si trova in forma liquida. Possiamo allora estendere questo comportamento per esempio al fiocco di neve che diventa goccia di pioggia perché anche in questo caso ci troviamo di fronte a un processo di fusione che comporta un cambiamento di stato. Che sia neve, grandine o la lastra di ghiaccio di una pozzanghera, dobbiamo quindi parlare di FUSIONE quando quell’acqua in forma solida diventa acqua in forma liquida.