Guardando l’immagine satellitare relativa alle prime ore di questo pomeriggio riconosciamo i tre attori che si stanno esibendo sul palcoscenico euro-atlantico e che avevamo iniziato a seguire, in ottica previsionale, qualche giorno fa. Sono tre circolazioni di bassa pressione di cui due (quella sull’Europa orientale B2 e quella atlantica B3) stanno ormai completando il loro processo di isolamento dal flusso perturbato principale a cui sono state finora legate per diventare delle gocce fredde.
Al contrario, presenta ormai da diversi giorni la fisionomia di una goccia fredda la figura depressionaria B1 che tra oggi e domani porterà maltempo sulla maggior parte delle nostre regioni centro-meridionali. Circa l’evoluzione prevista dei tre sistemi nelle prossime 48 ore si conferma quanto avevamo già accennato in una delle recenti analisi: la circolazione B1 si muoverà verso levante attenuandosi e uscendo di scena, la circolazione B3 si muoverà ancora un migliaio di chilometri verso sud rimanendo poi stazionaria in loco e, infine, la circolazione B2 sarà quella ad avere un destino tutto particolare che merita ora di essere seguito più da vicino.
Che fine farà quella struttura chiusa di bassa pressione, ricolma di aria decisamente fredda, dalle caratteristiche prettamente invernali? Avevamo detto che, dando credito ai calcoli della modellistica numerica, sarebbe stata agganciata dal flusso perturbato atlantico per poi ripresentarsi ad inizio dicembre in una posizione più occidentale rispetto a quella attuale. I nuovi aggiornamenti confermano proprio questa linea di tendenza perché proprio per l’inizio del nuovo mese, che segnerà il debutto anche dell’inverno meteorologico, risulterà molto probabile un suo spostamento verso la nostra penisola (figura 2).
La previsione media di ensemble elaborata dal modello europeo e valida tra mercoledì 2 e giovedì 3 dicembre collocherebbe infatti la circolazione ciclonica proprio sull’Italia, sulla cui verticale la superficie di 500 hPa andrebbe a collocarsi ad altezze di geopotenziale piuttosto basse per il periodo (forse di poco superiori ai 5400 metri), a testimonianza della presenza di aria moderatamente fredda presente alle quote superiori. Entro la prima parte della prossima settimana potremmo quindi essere interessati da condizioni meteorologiche tipiche dell’inverno, soprattutto al Centro-Nord, in attesa che si faccia probabilmente strada un altro peggioramento con la formazione di una nuova saccatura nord atlantica in espansione meridiana che potrebbe interessarci successivamente, ma in un contesto termico più mite.
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera