Stampa
Scritto da Andrea Corigliano Sabato 28 Novembre 2020 17:00

DICEMBRE DEBUTTERÀ CON UNA CIRCOLAZIONE CICLONICA DALLE CARATTERISTICHE INVERNALI

Immagine satellitare del 28 Novembre 2020 ore 13:15Guardando l’immagine satellitare relativa alle prime ore di questo pomeriggio riconosciamo i tre attori che si stanno esibendo sul palcoscenico euro-atlantico e che avevamo iniziato a seguire, in ottica previsionale, qualche giorno fa. Sono tre circolazioni di bassa pressione di cui due (quella sull’Europa orientale B2 e quella atlantica B3) stanno ormai completando il loro processo di isolamento dal flusso perturbato principale a cui sono state finora legate per diventare delle gocce fredde.

Al contrario, presenta ormai da diversi giorni la fisionomia di una goccia fredda la figura depressionaria B1 che tra oggi e domani porterà maltempo sulla maggior parte delle nostre regioni centro-meridionali. Circa l’evoluzione prevista dei tre sistemi nelle prossime 48 ore si conferma quanto avevamo già accennato in una delle recenti analisi: la circolazione B1 si muoverà verso levante attenuandosi e uscendo di scena, la circolazione B3 si muoverà ancora un migliaio di chilometri verso sud rimanendo poi stazionaria in loco e, infine, la circolazione B2 sarà quella ad avere un destino tutto particolare che merita ora di essere seguito più da vicino.

Che fine farà quella struttura chiusa di bassa pressione, ricolma di aria decisamente fredda, dalle caratteristiche prettamente invernali? Avevamo detto che, dando credito ai calcoli della modellistica numerica, sarebbe stata agganciata dal flusso perturbato atlantico per poi ripresentarsi ad inizio dicembre in una posizione più occidentale rispetto a quella attuale. I nuovi aggiornamenti confermano proprio questa linea di tendenza perché proprio per l’inizio del nuovo mese, che segnerà il debutto anche dell’inverno meteorologico, risulterà molto probabile un suo spostamento verso la nostra penisola (figura 2).

La previsione media di ensemble elaborata dal modello europeo e valida tra mercoledì 2 e giovedì 3 dicembre collocherebbe infatti la circolazione ciclonica proprio sull’Italia, sulla cui verticale la superficie di 500 hPa andrebbe a collocarsi ad altezze di geopotenziale piuttosto basse per il periodo (forse di poco superiori ai 5400 metri), a testimonianza della presenza di aria moderatamente fredda presente alle quote superiori. Entro la prima parte della prossima settimana potremmo quindi essere interessati da condizioni meteorologiche tipiche dell’inverno, soprattutto al Centro-Nord, in attesa che si faccia probabilmente strada un altro peggioramento con la formazione di una nuova saccatura nord atlantica in espansione meridiana che potrebbe interessarci successivamente, ma in un contesto termico più mite.


Anomalie circolazione per il 2 e 3 Dicembre 2020
La previsione del campo barico per il 2-3 dicembre 2020

Alla stretta circolazione ciclonica presente in quota corrisponderà nei bassi strati un’analoga figura barica che potrebbe evolvere dal Mar Tirreno al Mare Adriatico (figura 3): non conosciamo però ancora con sufficiente affidabilità tempistica, localizzazione, modalità ed entità dell’approfondimento del minimo depressionario dal momento che su questo aspetto sussistono ancora delle incertezze. Si tratta di una naturale prassi perché siamo ancora di fronte a una previsione che a oggi arriva a 4-5 giorni e che quindi deve tenere conto, nei calcoli modellistici, del ruolo “ballerino” dell’orografia e delle acque più calde del Mediterraneo allorquando interagiscono con l’arrivo di aria più fredda dal Nord Europa. Molto probabilmente questa depressione farà affluire aria più fredda verso le nostre regioni, facendola entrare sia dalla Valle del Rodano, sia dalla porta di Postumia e quindi da Trieste.

Essendoci una circolazione ciclonica, con elevata probabilità a questa dinamica saranno associate anche delle precipitazioni che, in una colonna atmosferica destinata a raffreddarsi, potrebbero assumere carattere nevoso al Centro-Nord a quote gradualmente più basse. Non possiamo però al momento inquadrare con sufficiente attendibilità la localizzazione spazio-temporale dei fenomeni e nemmeno specificare le quote della neve perché, giusto per fare un esempio, si tratta di una previsione che dipende dall’altezza dello zero termico e dall’intensità e dalla durata delle precipitazioni: dal momento che attorno a questi tre fattori aleggiano ancora dei dubbi non trascurabili, si può ben capire come questi dubbi si riversino a cascata anche sulla previsione della quota alla quale il fiocco di neve fonderà in goccia di pioggia. Ne sapremo sicuramente qualcosa di più la prossima settimana.

Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!

Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera