Abbiamo lasciato alla modellistica numerica un giorno di tempo per aggiustare la configurazione barica che andrà costruendosi sul bacino del Mediterraneo nel corso di questo fine settimana e che, come abbiamo scritto negli precedenti interventi, sarà responsabile di un nuovo incisivo peggioramento delle condizioni atmosferiche destinato ad aprire alle nostre latitudini una nuova ferita che non si rimarginerà molto in fretta.
Ancora una volta ad avere in mano le redini del tempo di casa nostra sarà la corrente a getto polare, quell’impetuoso fiume d’aria che sfreccia a circa 9000 metri di quota alla velocità di una Ferrari e che nel proprio moto ondulatorio attorno al globo questa volta ha deciso di passare qualche giorno anche sull’entroterra nord africano, andando così a scavare una saccatura di matrice artica che possiamo osservare per esempio sulla superficie isobarica di 500 hPa e che all’inizio della prossima settimana posizionerà il proprio asse passante proprio per l’Italia (figura 1).
Sarà proprio questa evoluzione a determinare sul nostro bacino la costruzione di una fase di maltempo che a partire da sabato 10 ottobre inizierà ad affacciarsi a partire dalle regioni settentrionali, ma che sarà destinata ad acutizzarsi soprattutto sulle regioni centro-meridionali tra domenica 11 e lunedì 12 per alcune complicazioni legate proprio alla penetrazione della corrente a getto polare fino a latitudini così meridionali.
Osservando infatti la previsione del movimento di questo impetuoso flusso sul piano isobarico di 300 hPa (figura 2) – ci troviamo intorno a quei 9000 metri citati prima – si può osservare come la forma del cavo d’onda che andrà a delineare la saccatura sia disegnata anche dall’andamento della corrente che sarà diretta dal Nord-Atlantico all’entroterra algerino-tunisino e che poi, una volta qui giunta, sterzerà rapidamente per cambiare direzione e dirigersi da sud-ovest verso nord-est.
L’area critica dove l’atmosfera getterà le basi per la costruzione del maltempo sarà quel settore circolettato in rosso, cioè dove lunedì 12 ottobre sarà massima la vorticità positiva e quindi la predisposizione della colonna atmosferica a invorticarsi su se stessa.
Immaginiamoci infatti la corrente a getto come se fosse un’automobile che corre a folle velocità e che è costretta rapidamente a curvare e quindi a ruotare su se stessa in senso antiorario, cioè ciclonico, nel momento in cui affronta la curva.
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera