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Scritto da Andrea Corigliano Giovedì 30 Gennaio 2020 18:00

PROSSIMI GIORNI: DALL’ANTICICLONE NORD AFRICANO AL SENSIBILE CALO TERMICO SENZA INFAMIA E SENZA LODE

Scenario atteso dal 1 al 3 FebbraioL’ultima settimana di gennaio sta trascorrendo all’insegna della variabilità dettata da un blando flusso occidentale – e quindi di matrice oceanica – che sta guidando la parte più attiva dei sistemi perturbati a nord dell’arco alpino e sta riservando al bacino del Mediterraneo centro-occidentale solamente infiltrazioni umide che apportano nuvolosità a tratti diffusa e piogge sparse, concentrate soprattutto sui versanti occidentali e in particolar modo ai settori interni prossimi ai rilievi perché è qui che la forzante orografica rappresenta quel fattore aggiuntivo e determinante nel favorire l’ascesa e la condensazione in nubi e precipitazioni delle correnti umide.

Nel corso dei prossimi giorni questo tipo di condizioni continueranno in parte a rinnovarsi anche se, a voler cercare le differenze con il lanternino rispetto all’evoluzione avuta fino a oggi, dal punto di vista dello stato del cielo sarà probabile avere qualche schiarita in più e qualche pioggia in meno perché le nostre latitudini saranno influenzate dalla temporanea espansione dell’anticiclone nord africano che sarà garanzia di maggiore stabilità atmosferica.

La figura barica, la cui presenza nei primi tre giorni di febbraio sarà ben affermata in quota come al suolo con l’isobara di 1025 hPa a delimitare ai suoi valori massimi, farà sentire invece la sua impronta soprattutto sul campo termico. In quota, dove gli scarti rispetto alla climatologia dell’ultimo trentennio potrebbero localmente superare i 10 °C, l’afflusso di aria particolarmente mite di matrice subtropicale marittima porterà probabilmente lo zero termico sulle Alpi a quote tipiche dell’estate (per trovare 0 °C bisognerà infatti salire tra i 3000 e i 4000 metri a seconda dei settori) mentre al suolo, dove non avremo nuvolosità, un mix di fattori tra cui menzioniamo la compressione adiabatica dovuta a eventuali venti di caduta (föhn) potrebbe far raggiungere temperature prettamente primaverili che localmente potrebbero anche raggiungere e di poco superare i 20 °C. Per essere ai primi di febbraio, si tratterà di valori davvero notevoli.


Spaghetti previsti in Piemonte e in PugliaIl caldo anomalo di questi giorni, in accentuazione proprio all’inizio del nuovo mese, subirà una brusca battuta di arresto probabilmente tra il 4 e il 5 febbraio per via di un cambiamento del disegno sinottico su scala europea che vedrà la formazione e il transito da ovest verso est di una marcata ondulazione del flusso, impostata da una rimonta dell’anticiclone azzorriano che offrirà il proprio bordo orientale alla discesa di aria polare diretta essenzialmente verso l’Europa centro-orientale e in parte verso l’Italia.

Sebbene ci siano ancora delle incertezze sull’entità del raffreddamento riservato ai nostri settori, dall’analisi degli scenari calcolati dal sistema probabilistico di ensemble emerge innanzitutto che il calo termico potrebbe essere sensibile, dell’ordine dei 10 °C. Avere una diminuzione della temperatura di questa portata, però, non significa necessariamente che è in arrivo una fase gelida e quindi che l’inverno alzerà prepotentemente la voce: se infatti lo stato atmosferico di partenza sarà caratterizzato da temperature di circa 10 °C superiori alle medie stagionali, perdere 10 °C significa rientrare grosso modo nei valori tipici del periodo o calpestare il terreno dell’anomalia negativa di qualche paio di gradi.

Questa eventualità non sarà comunque in grado di compensare, per esempio, la fase di caldo anomalo che stiamo avendo in questi giorni e che si intensificherà proprio nei primi giorni del prossimo mese. Cerchiamo allora di non perdere il senso delle proporzioni.

Per quanto il calo termico potrebbe essere sensibile, sarà un calo termico senza infamia e senza lode perché avrà solo il merito di riportare per qualche giorno condizioni un po’ più consoni al periodo senza eccedere particolarmente. Giusto per dare all’inverno ciò che appartiene all’inverno, quello vero, avremmo per esempio dovuto avere una fase atmosferica termicamente uguale e contraria alla fase di caldo anomalo che registreremo per esempio nei prossimi 5-6 giorni, ma ciò non avverrà: il segnale dominante dovrebbe infatti essere ancora caratterizzato da vivace zonalità, la stessa che accompagnerà il passaggio dell’ondulazione responsabile di questa breve parentesi invernale in arrivo.

Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!

Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera